di Avv. Carmelo Bifano – Presidente nazionale FISAPI
I recenti disegni di legge approvati dal Governo in materia di riforma delle professioni rappresentano un passaggio importante, che FISAPI accoglie con attenzione e senso di responsabilità. L’estensione dell’equo compenso, la valorizzazione della formazione digitale, le nuove tutele e la revisione delle specializzazioni costituiscono senza dubbio un passo avanti per restituire dignità e forza al mondo professionale.
Tuttavia, la storia ci insegna che le riforme non sono mai un punto d’arrivo, ma piuttosto l’inizio di un percorso. È necessario avere il coraggio di guardare oltre.
Le professioni come architrave del sistema Paese
Le libere professioni in Italia non rappresentano soltanto una categoria economica: esse costituiscono un pilastro strutturale del sistema Paese. Gli avvocati, i medici, gli ingegneri, i commercialisti, e tutte le professioni ordinistiche e non ordinistiche, sono il cuore di un modello di sussidiarietà concreta, che integra e rafforza l’azione dello Stato.
Ogni giorno i professionisti tutelano diritti, garantiscono salute, assicurano legalità, costruiscono sicurezza economica e sociale. È questa funzione di bene comune che merita di essere pienamente riconosciuta e valorizzata.
Oltre la riforma: la centralità del capitale intellettuale
Se la riforma introduce strumenti necessari, oggi occorre un cambio di passo: il lavoro intellettuale deve essere riconosciuto come capitale unico e irriproducibile del Paese.
Non basta aggiornare i percorsi formativi o garantire protezioni in caso di difficoltà: serve un nuovo patto nazionale che ponga al centro il valore intellettuale come risorsa da preservare e potenziare.
In questo quadro, diventa fondamentale che ogni intervento legislativo nasca da un confronto ampio e partecipato, capace di includere non solo gli Ordini, ma anche le realtà associative che da sempre rappresentano i liberi professionisti sul territorio. Una riforma condivisa è una riforma più solida, perché costruita sulle esigenze reali di chi vive quotidianamente la professione.
Trasferire competenze per rafforzare lo Stato
In quest’ottica, FISAPI propone di avviare una riflessione seria sul trasferimento di alcune funzioni oggi in capo allo Stato ai professionisti ordinistici.
Si pensi, ad esempio, a settori come certificazioni, autorizzazioni tecniche, attività di vigilanza specialistica: ambiti nei quali i professionisti hanno competenze, responsabilità e capacità di azione immediata.
Un simile percorso avrebbe duplice valore:
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alleggerirebbe la macchina pubblica;
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consoliderebbe il patrimonio intellettuale come valore collettivo e competitivo per l’Italia.
Conclusione: un patto per il futuro
La riforma appena varata è un punto di partenza, non di arrivo.
È tempo di costruire un nuovo patto Paese–Professioni, che riconosca alle libere professioni il ruolo di architrave dello sviluppo economico e sociale, garantendo loro non solo tutele ma anche nuove responsabilità e opportunità.
FISAPI è pronta a mettere a disposizione la propria voce e la propria esperienza per accompagnare questo percorso, nella convinzione che soltanto attraverso un dialogo inclusivo e costruttivo sarà possibile rafforzare il capitale intellettuale italiano e farne il vero motore della crescita futura.
Un impegno che FISAPI porta avanti anche in sede europea, come testimonia la sua iscrizione ufficiale al Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea, garanzia di rappresentanza responsabile e di confronto aperto con le istituzioni comunitarie.