Ufficio Stampa FISAPI
Panorama attuale e prospettive occupazionali
Il mercato del lavoro italiano mostra segnali incoraggianti: nonostante il persistente problema delle assunzioni vacanti, si prevede un incremento delle opportunità occupazionali su scala nazionale, con oltre 3,3–3,7 milioni di nuove posizioni tra il 2025 e il 2029, secondo le stime dell’analisi Excelsior.
L’espansione coinvolgerà soprattutto il comparto dei servizi, che continuerà a trainare la domanda di lavoro.
I settori in crescita e le professioni richieste
Tra i settori a maggior potenziale si segnalano:
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commercio, turismo, salute, formazione e cultura;
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finanza e consulenza;
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comparto tecnologico e STEM.
Le figure più richieste:
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tecnici specialisti, dirigenti e professionisti STEM, che rappresenteranno circa il 39% del fabbisogno occupazionale;
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lavoratori con competenze digitali, considerate ormai imprescindibili anche nei profili di base.
Occupazione 2025–2029: trend economici e sostituzione generazionale
Il fabbisogno di lavoro nascerà sia dalla crescita economica (expansion demand), sia dalla sostituzione dei pensionamenti (replacement demand).
L’attesa è di 3,3–3,7 milioni di nuovi posti, con picchi legati al PNRR fino a 679.000 nuove posizioni nei periodi di maggiore impatto.
Sfide concrete: mismatch tra offerta e domanda
Accanto alle prospettive positive, emergono criticità strutturali:
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posti vacanti fino al 4% delle posizioni aziendali;
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difficoltà nel reperire personale in comparti strategici come metalmeccanico, elettronico e servizi ICT;
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persistenza del mismatch tra competenze disponibili e richieste dal sistema produttivo.
Verso una formazione corrispondente alla domanda
Per affrontare le trasformazioni del mercato, è necessario un coordinamento più stretto tra scuola, formazione professionale e imprese.
In particolare, saranno cruciali:
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laureati in STEM, sanità ed economia/giurisprudenza;
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diplomati tecnici con percorsi formativi aggiornati;
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un orientamento mirato capace di avvicinare offerta formativa e bisogni reali delle aziende.
Conclusione
Il mercato del lavoro italiano entra in una fase di cambiamento profondo. Da un lato crescono le opportunità in settori innovativi e specializzati, dall’altro persistono ostacoli legati al divario tra competenze richieste e disponibili.
La sfida per i prossimi anni sarà trasformare le previsioni in politiche attive, capaci di colmare il gap formativo e garantire un’occupazione sostenibile e di qualità.