Ufficio Stampa
Bilanci di previsione 2026-2028 da raccordare ex ante con il piano annuale dei flussi di cassa. Rispetto al passato, gli enti sono chiamati ad una maggiore accuratezza delle previsioni riguardanti le riscossioni ed i pagamenti. Ciò in considerazione di due fattori.
In primo luogo, la chiusura del Pnrr entro il prossimo mese di giugno porterà a concentrare nel primo semestre le uscite, mentre le entrate arriveranno (sempre che la rendicontazione funzioni a dovere) nei mesi successivi.
Cosa prevede la pianificazione
Tale discrasia temporale non potrà non emergere dalla pianificazione dei flussi di cassa prevista dall’art. 6 del dl 155/2024.
L’implementazione del piano annuale (da approvare formalmente entro il 28 febbraio) e dei relativi aggiornamenti trimestrali impone di identificare, per ogni entrata e uscita, non solo l’anno di imputazione ma anche il periodo specifico di incasso e pagamento.
A differenza dello scorso anno, quando il piano dei flussi è stato costruito ex post e non sempre è risultato allineato agli stanziamenti di cassa del bilancio, quest’anno il processo deve essere invertito, per cui i dati del preventivo vanno fin da subito riversati nello schema del piano.
Sul lato delle entrate, quindi, occorre sterilizzare il Fcde stanziato a bilancio e quello accantonato a rendiconto, mentre sul lato della spesa la stessa operazione deve essere effettuata sul “di cui già impegnato”, sul “di cui fondo pluriennale vincolato” e sui fondi accantonati nella missione 20 (ad eccezione del fondo di riserva).
Previsioni di entrata e spesa: quali i limiti e rischi
Ciò porterà a stanziamenti di cassa più bassi della meccanica sommatoria di competenza e residui e quindi più vicini alla pianificazione analitica dei flussi.
Il rischio, quindi, è che gli enti che riscuotono più del previsto possano accertare e riscuotere il delta non stanziato, ma non spenderlo senza essere costretti a fare una variazione di bilancio.
Approccio flessibile e dinamico da parte degli Enti
Anche da questo punto di vista, quindi, gli enti devono adottare un approccio flessibile e dinamico, ma resta decisivo il rispetto da parte degli altri livelli di governo dei tempi di erogazione dei trasferimenti





