Il regime forfettario frena l’evasione fiscale

Segreteria FISAPI

Secondo la Relazione 2025 del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sull’economia sommersa, il sistema fiscale a forfait ha dimostrato un’efficacia nella lotta all’evasione. Con l’introduzione di questo regime agevolato nel 2015, la percentuale di tax gap relativa ai regimi fiscali semplificati è scesa dal 76% (registrato nel 2014 per il precedente regime dei minimi) al 57,6% nel 2018.

Il MEF evidenzia un’inversione di tendenza: nel triennio 2012-2014, dominato dal solo regime dei minimi, la propensione all’evasione era in crescita, toccando il picco del 76,1% nel 2014. Con l’arrivo del forfettario nel 2015, si è assistito a una stabilizzazione del divario fiscale intorno al 57% negli anni successivi, partendo dal 61,5% del 2015. L’impatto positivo ha coinvolto anche il regime dei minimi, la cui evasione è crollata dal 76,1% del 2014 al 54,7% del 2015. Va notato che il tasso di evasione registrato nel regime forfettario è comunque inferiore alla media dell’Irpef da lavoro autonomo e d’impresa, che si attesta intorno al 60%.

Contro-indicazioni: l’abuso della soglia di reddito

Nonostante la riduzione del tax gap, l’analisi del MEF solleva un problema significativo: nel 2018, circa un contribuente su tre (209 mila su 632 mila) che beneficiava del forfettario è stato classificato come “falso utilizzatore”. Si tratta, nello specifico, di soggetti che, senza aver occultato i ricavi, non avrebbero soddisfatto i requisiti reddituali necessari per accedere al regime agevolato. Questo dato, che era circa il 25% nel 2017, è in aumento. La vera prova sulla corretta applicazione del regime sarà fornita dai dati relativi al 2019, anno in cui il limite di accesso è stato innalzato a 65.000 euro.

Il meccanismo a forfait si conferma uno strumento efficace nel limitare l’evasione, ma l’aumento dei “falsi forfettari” segnala la necessità di affinare i controlli sui requisiti di accesso.

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