Gaza: scatta la tregua, le incognite del dopo

Dopo mesi di conflitto estenuante, un fragile ma significativo accordo di tregua tra Israele e Hamas è entrato in vigore a Gaza, portando il primo, vero momento di quiete per una popolazione stremata. Non si tratta di pace, ma di una pausa strategica – un delicato compromesso dettato da una pressione internazionale massiccia e mediato da figure chiave come il Presidente Trump, l’Egitto e il Qatar. Questo stop ai combattimenti, che apre la prima fase di un piano di più ampio respiro, è accolto con un mix di sollievo e profonda incertezza.

Il cuore di questa intesa è lo scambio. Nelle prossime 72 ore, l’attesa è tutta per il rilascio di tutti gli ostaggi vivi detenuti ad Hamas, un momento cruciale per le famiglie coinvolte. Questo sarà scambiato con la scarcerazione di un numero significativo di detenuti palestinesi da parte di Israele. Un meccanismo doloroso ma vitale per ricongiungere i civili rapiti alle loro case, e per rispondere a una delle richieste fondamentali palestinesi.

Parallelamente, la tregua innesca il ritiro delle truppe israeliane lungo linee concordate che, almeno in questa fase iniziale, manterranno il controllo sul 53% del territorio della Striscia. L’esercito ha dato conferma del ridispiegamento, con un avvertimento diretto agli abitanti di Gaza: evitare di avvicinarsi alle nuove posizioni militari, per prevenire incidenti che potrebbero far saltare il precario accordo.
La priorità immediata resta, ovviamente, quella umanitaria. L’intesa spalanca le porte all’ingresso di circa 600 camion di aiuti al giorno, attraverso valichi non-Rafah. Un flusso vitale di cibo, acqua, carburante e medicine cerca di allontanare lo spettro della carestia e del collasso sanitario, condizioni aggravate da mesi di assedio in un’area ridotta in macerie dai bombardamenti. I report segnalano già il rientro di alcuni sfollati verso il Nord, anche se la possibilità di tornare a casa è un’incognita a causa dei danni e della presenza militare.

Questa tregua, seppur temporanea, è un passo fondamentale che riporta al centro la sorte dei civili. La speranza, sottile quanto il fumo di un cessate il fuoco concordato, è che questo respiro tra le rovine non sia solo un intervallo, ma il primo, concreto passo verso una stabilizzazione duratura.

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