Ufficio stampa Fisapi
Parità retributiva: più trasparenza negli stipendi
La Direttiva (UE) 2023/970 rafforza il principio di parità salariale tra uomini e donne, introducendo obblighi stringenti di trasparenza.
I datori di lavoro dovranno:
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comunicare ai candidati la retribuzione iniziale in modo neutrale rispetto al genere;
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evitare domande sugli stipendi passati;
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rendere pubblici i criteri di progressione economica.
Le imprese con oltre 250 dipendenti dovranno adeguarsi entro il 2027, quelle con più di 100 dipendenti entro il 2031. Un passo decisivo per superare disuguaglianze storiche e favorire ambienti di lavoro più equi.
Sostenibilità e responsabilità lungo la filiera
Con la Direttiva (UE) 2024/1760 – la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) – le grandi imprese diventano responsabili non solo delle proprie attività, ma anche di quelle dei fornitori e partner.
Tra gli obblighi:
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valutare e mitigare gli impatti negativi su ambiente e diritti umani;
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elaborare piani di transizione climatica coerenti con l’Accordo di Parigi;
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pubblicare periodicamente bilanci di parità e report di sostenibilità.
La responsabilità si estende a tutta la catena del valore, imponendo standard etici e trasparenti che rafforzano la competitività e la reputazione delle imprese.
Piattaforme digitali: più tutele per i lavoratori
La Direttiva (UE) 2024/2831 si concentra sul lavoro tramite piattaforme digitali, settore in forte espansione e spesso caratterizzato da regole poco chiare.
Le novità più rilevanti riguardano:
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trasparenza algoritmica, con obbligo di spiegare i criteri usati per gestire e valutare le prestazioni;
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controllo umano sulle decisioni automatizzate, che i lavoratori potranno contestare;
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nuovi diritti minimi: informazione, formazione e rappresentanza sindacale.
Un intervento che punta a rendere più equo un ambito lavorativo strategico, ma fino ad oggi privo di tutele omogenee.
Conclusione
Le tre direttive europee rappresentano un cambio di paradigma nel diritto del lavoro: non solo efficienza e profitto, ma equità, sostenibilità e diritti come pilastri delle politiche aziendali.
Per le imprese italiane adeguarsi non sarà un’opzione, ma un’opportunità per rafforzare la fiducia dei lavoratori, ridurre i rischi sanzionatori e guadagnare un reale vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento ai valori.