Ufficio Stampa
La Manovra 2026 entra nella fase decisiva con il maxi-emendamento del Governo, un intervento da 3,5 miliardi di euro che punta a sbloccare un iter rimasto a lungo fermo in Senato. Il pacchetto raccoglie le principali modifiche al testo della Legge di Bilancio e dovrebbe consentire di arrivare al voto finale prima della pausa natalizia, con il passaggio alla Camera destinato a chiudersi con la fiducia.
Il capitolo più consistente riguarda le imprese. L’iperammortamento sugli investimenti in macchinari e software viene esteso oltre il 2026 e diventa pluriennale, con validità fino al 30 settembre 2028. Restano invece fuori alcune delle correzioni inizialmente ipotizzate, come l’aggiornamento degli elenchi dei beni agevolati e l’allentamento dei vincoli sui software, mentre l’effettiva operatività della misura continua a dipendere dal decreto attuativo.
Nel maxi-emendamento trovano spazio anche nuove risorse per il credito d’imposta ZES Unica, destinato agli investimenti in beni strumentali e prorogato dalla Manovra fino al 2028.
Sul fronte fiscale, il Governo interviene anche sulla tassazione degli affitti brevi. La stretta prevista nella versione iniziale del testo viene attenuata, con una rimodulazione della cedolare secca che dovrebbe ampliare il perimetro dell’aliquota agevolata, eliminando alcuni paletti e consentendone l’applicazione fino a due immobili. Parallelamente, la maggioranza avrebbe raggiunto un’intesa per innalzare le soglie di esenzione ISEE legate alla prima casa.
Restano confermate le misure che coinvolgono il settore bancario, a partire dal contributo straordinario e dall’aumento dell’IRAP del 2% per tre anni. Il maxi-emendamento introduce però correttivi per ridurre l’impatto sulle banche di minori dimensioni, attraverso una franchigia sulla maggiore imposta dovuta. Le disposizioni restano sotto osservazione dopo le critiche della BCE, che ha segnalato possibili effetti negativi sull’erogazione del credito e sulla liquidità del sistema.
Viene inoltre riscritta la norma sull’oro della Banca d’Italia, chiarendo il rispetto del quadro europeo e delle prerogative delle banche centrali, dopo i rilievi arrivati da Francoforte.
Restano invece aperti alcuni dossier che potrebbero essere affrontati fino all’ultimo momento, come l’eventuale estensione della flat tax sugli aumenti da rinnovo contrattuale e le proposte sulle pensioni e sulla flessibilità in uscita, che al momento scontano problemi di copertura finanziaria.
Il calendario resta serrato. Il voto in Senato è atteso a ridosso delle festività natalizie, mentre alla Camera il testo dovrebbe arrivare tra Natale e Capodanno per l’approvazione definitiva con voto di fiducia. Un iter segnato da forti ritardi, che anche quest’anno lascia a un solo ramo del Parlamento il compito di discutere nel merito la Legge di Bilancio.





