Ufficio Stampa
Il dibattito sulla riforma delle pensioni all’interno della Manovra 2026 si sta facendo sempre più acceso. Nel testo approvato a metà ottobre è stata confermata soltanto la proroga dell’APE Sociale, mentre altre forme di flessibilità in uscita sono rimaste fuori. Nonostante ciò, nei giorni successivi sono arrivati diversi emendamenti, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione, che puntano a reintrodurre meccanismi come l’anticipo dedicato alle lavoratrici e la cosiddetta Quota 103.
Il possibile ritorno dell’anticipo per le lavoratrici
Tra le proposte più rilevanti c’è la richiesta di prorogare anche per il 2026 un canale di uscita anticipata riservato alle donne. Le modifiche proposte puntano ad ampliare la platea includendo tutti i casi di disoccupazione involontaria, non solo quelli legati a specifiche situazioni aziendali monitorate dalle istituzioni. Resterebbero invece invariati gli altri criteri già previsti negli anni precedenti, come la possibilità di accesso per caregiver e per chi vive una condizione di disabilità significativa.
La nuova formulazione dell’emendamento dettaglia anche il fabbisogno economico previsto fino al 2032 e individua la copertura finanziaria attraverso una riduzione di fondi già esistenti destinati a politiche sociali e alla formazione.
Accanto a questa proposta, ne sono arrivate altre che si limitano a chiedere una semplice proroga, senza interventi sui requisiti.
Quota 103: verso una nuova estensione
La discussione si concentra anche sull’eventuale proroga di Quota 103. Le proposte chiedono di mantenere la possibilità di pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi almeno fino al 31 dicembre 2026. Si tratta di misure considerate non troppo onerose, poiché prevedono il ricalcolo contributivo dell’assegno e si rivolgono a un numero limitato di potenziali beneficiari.
Gli scatti legati alla speranza di vita
Un altro punto caldo riguarda l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alle aspettative di vita. La Manovra prevede che il prossimo aumento venga suddiviso in due momenti: un mese in più nel 2027 e il restante incremento dal 2028. Vari emendamenti chiedono di bloccare o rinviare questo meccanismo, mentre qualcun altro propone addirittura di sospenderlo interamente fino a una riforma più ampia del sistema previdenziale.
Verso la fase finale
Le votazioni sugli emendamenti riprenderanno la prossima settimana e solo allora sarà chiaro quali proposte saranno accolte. Finora l’intenzione dell’Esecutivo sembra essere quella di mantenere invariati gli adeguamenti legati alla speranza di vita, mentre qualche spiraglio potrebbe aprirsi sul fronte della flessibilità in uscita. Tutto dipenderà da come verranno recepite le indicazioni della Commissione durante le prossime sedute.





