Mancano architetti ed ingegneri: abilitazioni al minimo

Ufficio stampa

Gli ultimi dati disponibili, resi noti dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, mettono a nudo uno scenario complesso per quanto riguarda l’accesso alla professione di laureati nelle discipline di ingegneria e architettura nei confronti dell’Esame di Stato. Nel 2024 hanno conseguito l’abilitazione 4.229 candidati per la professione di Ingegnere e 1.383 candidati per quella di Architetto, un dato che segna quasi lametà dei valori registrati nel periodo pre-Covid. Se le cause possono essere ricercate per la risaputa selettività all’esame di abilitazione vi e’ da notare che, di fatto, proprio la libera professione non sia più attrattiva per i giovani laureati.

Quali i motivi?
Sicuramente il livello reddituale e gli oneri connessi alla gestione amministrativo-fiscale ed ordinistica
Lo scenario si rivela ancor più preoccupante se si confronta il numero di abilitati con quello dei laureati che hanno conseguito un titolo valido per accedere alle prove dell’Esame di abilitazione: i 4.229 abilitati del 2024 rappresentano, infatti, appena il 13,6% dei laureati con titolo di laurea magistrale, valore minimo mai rilevato finora.

Quali le conseguenze del crollo delle abilitazioni professionali?

Una probabile riduzione del numero degli Iscritti all’Albo, evento mai verificatosi nella storia più che centenaria dell’Ordine degli Ingegneri.
Basti pensare che dei quasi 135mila laureati abilitati negli ultimi 14 anni, oggi ne risultano iscritti all’Albo appena 62mila, circa la metà.

Quali le possibili soluzioni?

Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI afferma che “Da sempre il Consiglio Nazionale è critico verso l’attuale strutturazione dell’esame di abilitazione, ritenendolo inefficace. Il calo di interesse nei confronti dell’Esame di Stato, certificato dal rapporto del nostro Centro Studi, è solo l’ultima conferma. Per questo abbiamo insistito nella richiesta dell’introduzione, durante il percorso accademico, del tirocinio formativo con una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite a valle dello stesso che, se conclusa con esito positivo, contempli l’ottenimento dell’abilitazione da parte del tirocinante.”

“Servono strumenti più coerenti con le competenze oggi necessarie, digitali, multidisciplinari, orientate all’innovazione, e percorsi di ingresso che valorizzino il merito, la qualità e la preparazione pratica”-e’ l’opinione di Marco Ghionna-Presidente del Centro studi Cni-mentre Giuseppe Maria Margiotta, Consigliere Segretario del CNI con delega al Centro Studi –si auspica “di prevedere l’iscrizione obbligatoria all’Albo per tutti i laureati in ingegneria per far sì che l’intera platea degli ingegneri italiani offra le medesime garanzie in termini di formazione, competenze e rispetto del codice deontologico, a tutela dei cittadini”.
Quali sono i dati

“ “I Il calo di abilitati più netto si registra tra gli ingegneri, scesi del 54,4% rispetto a quelli rilevati nel 2023: 4.229 abilitati a fronte dei 9.279 del 2023. Assai consistente si rivela tuttavia anche la riduzione di abilitati ingegneri iunior: solo 628, il 51% in meno rispetto ai 1.282 abilitati del 2023. Nel 2024 l’abilitazione si conferma prerogativa soprattutto dei laureati del settore civile ed ambientale (47,1% del totale), a fronte del 42,1% costituito dagli Ingegneri industriali e del 10,8% degli Ingegneri dell’informazione che continuano ad evidenziare uno scarso interesse verso l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo.
Quale la situazione degli Architetti

Anche nella professione degli architetti la situazione resta drammatica: nel 2024, il numero di laureati che hanno sostenuto l’Esame di Stato per l’abilitazione a questa professione è sceso sotto i 3mila candidati, il 40% in meno rispetto all’anno 2023. Con un tasso di successo che scende al 54%, il numero di abilitati si riduce ad appena 1.558, ossia la metà rispetto all’anno precedente.

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