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Potranno disciplinare professioni non ordinistiche gli enti che hanno fatto richiesta allo Stato di maggiori spazi di manovra nell’ambito dell’autonomia differenziata
I governatori potranno riconoscere qualifiche professionali per nuove professioni di rilievo regionale e per le altre professioni.
Cosa cambia in materia di previdenza complementare ed integrativa
Le Regioni ad autonomia differenziata avranno possibilità di promuovere, disciplinare e finanziare forme di previdenza complementare e integrativa su base regionale anche attraverso la stipula di apposite convenzioni con fondi pensione già esistenti. Il potere di rappresentanza negoziale per la stipula di contratti o accordi collettivi riguardo i fondi di pensione sarà di competenza anche delle Regioni (si parla di accordi collettivi con i fondi di pensione a livello regionale per il personale dipendente della Regione o di enti pubblici regionali).
L’articolo citato e studiato si riferisce alla firma di “pre-intese” tra il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, e le Regioni Lombardia e Veneto.
Un che si si inserisce nel solco tracciato dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, su materie elencate nel precedente comma.
Le “professioni” sono una di queste materie.
Quali le distinzioni tra professioni:
- Professioni Ordinistiche: Sono quelle regolate da Ordini o Collegi professionali a livello nazionale (es. avvocati, commercialisti, medici, ingegneri, geometri).
- Quale competenza?
- Statale
- Professioni Non Ordinistiche: Sono quelle attività professionali intellettuali non regolate da un ordine (es. consulenti del lavoro, professionisti ICT, agenti immobiliari, fisioterapisti, molti tecnici).
La Costituzione ha attribuito la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni con lo Stato che fissa i principi fondamentali) ed alle Regioni è relegato di legiferare nei dettagli.
Quali le Implicazioni Pratiche e quali i loro effetti
Se le intese dovessero diventare legge, le Regioni coinvolte potrebbero: istituire albi o registri regionali che hanno le competenze di creare elenchi ufficiali per professioni non regolamentate a livello nazionali, definire i percorsi formativi che potrebbero legare accesso a certe professioni a diplomi o corsi di formazione erogati da enti regionali. Tra le diverse competenze vi sono anche stabilire tariffe minime o massime che possono intervenire sulla determinazione degli onorari per specifiche prestazioni professionali. Infine, vi è anche il dettare norme deontologiche, utile per integrare o ben definire doveri etici e la responsabilità di quei professionisti operanti nella regione.





