Segreteria FISAPI
Il mercato del lavoro sta subendo una profonda trasformazione guidata dall’Intelligenza Artificiale (IA), in particolare quella generativa. L’avvento di queste tecnologie sta rimodulando il valore delle competenze professionali, enfatizzando l’importanza di abilità che l’IA non può replicare completamente.
Hard Skills vs. Soft Skills: La nuova frontiera
In passato, le Hard Skills (competenze tecnico-specialistiche, come la programmazione in Python, l’analisi dei Big Data, o l’ingegneria dell’IA) erano considerate la chiave per il futuro occupazionale. Oggi, sebbene queste competenze rimangano essenziali per sviluppare e gestire le soluzioni di IA, il loro ruolo è affiancato e bilanciato dalle Soft Skills.
Le Soft Skills rappresentano le abilità umane relazionali e comportamentali che influenzano l’interazione e la risoluzione dei problemi. Tra le più richieste si citano:
-Pensiero Critico e Problem Solving
-Intelligenza Emotiva
-Adattabilità e Flessibilità
-Creatività
I trend globali e l’impatto dell’IA
Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 il 39% delle competenze fondamentali dei lavoratori subirà un cambiamento. L’IA è considerata la tecnologia di maggior impatto per i propri affari da un vasto campione di aziende.
Il report conferma una crescita accelerata per specialisti di Big Data, ingegneri FinTech e specialisti di IA, mentre si prevede un declino per ruoli come postini, cassieri di banca e addetti all’immissione di dati.
Cruciale è il passaggio dalla pura automazione alla collaborazione uomo-macchina: entro il 2030, si prevede un equilibrio tra lavoro svolto esclusivamente da umani, esclusivamente dalle macchine e in collaborazione, con quest’ultima modalità destinata ad aumentare.
Le competenze ritenute più fondamentali per il futuro sono dominate dalle Soft Skills, come il pensiero analitico (69%), la resilienza (67%) e la leadership (61%), che rappresentano l’elemento distintivo del lavoro umano.
Scenario italiano e prospettive formative
In Italia, l’analisi della Banca d’Italia stima che circa il 20% della forza lavoro sia esposta agli effetti sostitutivi dell’IA. Il rischio è maggiore nei mestieri intellettuali con minore responsabilità decisionale (come i contabili). Al contrario, l’IA avrà un ruolo complementare in tutte quelle professioni in cui l’operato umano è insostituibile per ragioni morali e deontologiche (ad esempio, avvocati, magistrati e dirigenti).
Per affrontare la transizione, è necessario un modello formativo che punti a una combinazione virtuosa tra Hard e Soft Skills e tra intelligenza umana e artificiale.
 
								 
															



 
															
