Manovra finanziaria: addio ai benefici fiscali 4.0 e 5.0

Segreteria Fisapi

Il recente Consiglio dei Ministri (14 ottobre) ha delineato i contenuti principali della Legge di Bilancio 2026-2028, segnalando un cambio di rotta nella politica degli incentivi per le imprese. Il provvedimento prevede la cancellazione dei crediti d’imposta per gli investimenti in Transizione 4.0 e 5.0, in scadenza a fine anno, pur con alcune proroghe al 2026 per le realizzazioni tardive. Non è prevista alcuna estensione anche per l’agevolazione dedicata all’innovazione e al design. Permane, inoltre, l’incertezza sul futuro dell’Ires premiale.

Ritorno all’extra-deduzione per gli investimenti

La misura di sostegno per l’acquisto di beni strumentali materiali non sarà eliminata, ma rinnovata con una sostanziale modifica: l’abbandono del meccanismo del credito d’imposta a favore del ritorno all’iper-ammortamento, una logica di extra-deduzione fiscale. Si parla di un incentivo unico, con percentuali decrescenti al crescere dell’investimento 4.0, e maggiorazioni per i beni con caratteristiche di efficientamento energetico (simili all’attuale 5.0). La novità non sembra, però, coinvolgere i beni immateriali né i beni materiali non 4.0.

Le ragioni del cambiamento e le conseguenze per le aziende

Il passaggio dall’utilizzo tramite F24 (credito d’imposta) alla deduzione dal reddito d’impresa (extra-deduzione) deriva probabilmente dalla volontà di arginare le frodi e le controversie legate alla compensazione. Tuttavia, questa modalità è meno vantaggiosa per le imprese, in quanto l’agevolazione viene fruita in modo più diluito nel tempo e non è utile per le aziende in perdita fiscale, a differenza dei crediti d’imposta, utilizzabili per compensare diversi tipi di tributi e contributi.

Ires e ricerca: punti interrogativi

L’assenza di riferimenti all’Ires premiale nel comunicato solleva dubbi sulla sua implementazione, che pure dovrebbe essere il pilastro del futuro sistema di Ires duale previsto dalla riforma fiscale. Infine, viene confermato che dal 2026 l’accesso al credito d’imposta per ricerca e sviluppo sarà ristretto alle sole attività di ricerca e sviluppo, escludendo l’innovazione e l’ideazione estetica.

L’orientamento del Governo è chiaro: si privilegiano incentivi diretti e deduzioni per gli investimenti in tecnologie avanzate, pur a fronte di una metodologia di fruizione ritenuta meno flessibile e meno appetibile dal mondo imprenditoriale.

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