Legge delega in materia di retribuzione e contrattazione collettiva: per Fisapi la retribuzione si integra con la bilateralità detassata

Segreteria Fisapi

Fisapi – Federprofessioni esprime un giudizio positivo sul percorso intrapreso con la Legge delega in materia di retribuzione e contrattazione collettiva, che restituisce centralità alle parti sociali nel governo del sistema salariale.
La scelta di non introdurre un salario minimo stabilito per legge, ma di riaffermare la funzione della contrattazione collettiva quale sede naturale per la definizione del valore del lavoro, rappresenta – per Fisapi – un passo di equilibrio e di coerenza con i principi costituzionali.
È una direzione che rafforza la dignità del lavoro, valorizza la responsabilità delle rappresentanze e offre maggiore certezza giuridica nei rapporti economici tra imprese e lavoratori.

La contrattazione collettiva come garanzia di equilibrio

L’impostazione della delega riconosce alla contrattazione di settore il ruolo di parametro di riferimento per determinare il trattamento economico complessivo minimo dei lavoratori.
Fisapi condivide questa visione, che valorizza la capacità delle parti sociali di calibrare le regole retributive sulle caratteristiche produttive e professionali dei diversi comparti.
“Il valore del lavoro si misura nel dialogo tra chi produce e chi contribuisce con la propria competenza – afferma il Presidente di Fisapi, Carmelo Bifano – solo una contrattazione fondata su rappresentatività e responsabilità può garantire un equilibrio reale tra sostenibilità d’impresa e giusta retribuzione.”

Verso una retribuzione integrata e moderna

Adeguare il salario alle sfide economiche e sociali di oggi significa superare una visione esclusivamente tabellare, affiancando alla paga contrattuale strumenti di welfare e protezione complementare.
Fisapi propone di potenziare il ruolo della bilateralità di settore come leva per integrare il reddito dei lavoratori attraverso prestazioni concrete: sanità integrativa, formazione continua, sostegno al reddito e servizi di conciliazione vita-lavoro.
“Non basta fissare una cifra – spiega Bifano – occorre rendere effettivo il potere d’acquisto, canalizzando risorse e incentivi verso prestazioni che incidano sulla qualità della vita e sulla stabilità del lavoro.”

Un elemento decisivo in questa prospettiva è la detassazione totale dei contributi di welfare erogati tramite gli enti bilaterali.
Solo rendendo neutrale l’impatto fiscale di tali prestazioni sarà possibile garantire un beneficio diretto ai lavoratori e, al tempo stesso, incentivare la contrattazione di qualità senza gravare sui costi aziendali.

Regole chiare e sistema integrato

Affidare alla contrattazione il compito di definire i trattamenti economici è una scelta coerente con la logica partecipativa del nostro ordinamento, ma perché sia davvero efficace occorre accompagnarla con norme semplici, stabili e prive di ambiguità.
La legge delega dovrà dunque tradursi in decreti attuativi chiari e coordinati, capaci di evitare sovrapposizioni interpretative e di consolidare un sistema retributivo integrato con un welfare settoriale solido, continuativo e fiscalmente agevolato.
Solo un impianto normativo certo può rendere la contrattazione collettiva il pilastro su cui costruire un’economia del lavoro moderna e inclusiva.

La bilateralità come architrave del nuovo equilibrio

Come ricordava con lungimiranza Marco Biagi, la bilateralità è il luogo naturale in cui pubblico e privato, impresa e lavoro, trovano una sintesi virtuosa.

È in questa sede che deve svilupparsi un’integrazione reale della retribuzione, capace di sostenere ogni lavoratore e di rafforzare la coesione del sistema produttivo.

Per Fisapi, l’unione tra contrattazione collettiva e bilateralità detassata rappresenta la chiave di volta per un salario dignitoso, sostenibile e coerente con la modernità del lavoro italiano.

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