Segreteria FISAPI
Contrariamente alle aspettative, che vedrebbero i ruoli apicali come i più stressati, una ricerca promossa da Fiscozen ha messo in luce una realtà diversa: i lavoratori con Partita IVA sono la categoria professionale più esposta a problematiche legate allo stress, all’ansia e al burnout. Seguono i dipendenti, mentre dirigenti e imprenditori si trovano solo al terzo posto.
Le motivazioni principali di questo disagio, secondo l’indagine, sono da ricercare nella forte insicurezza lavorativa, nell’eccessiva competitività del mercato e nell’elevato carico di impegni e responsabilità che caratterizzano la libera professione.
I segnali d’allarme del malessere mentale
La maggior parte degli psicologi intervistati (l’86%) ha riscontrato un incremento generale dei disturbi psicologici. Tra i più ricorrenti si evidenziano l’ansia (25%), lo stress (21%) e la sindrome da esaurimento (burnout, 15%). Meno comuni, ma comunque presenti, sono insonnia, problemi relazionali, stati depressivi e ridotta autostima.
Per i pazienti autonomi, gli specialisti notano una serie specifica di manifestazioni: somatizzazioni fisiche minori (come cefalee e tensioni muscolari), l’aggravarsi di patologie croniche dovuto a un calo delle difese, irritabilità, repentini cali di energia e motivazione, disturbi del sonno e alimentari, oltre alla tendenza a rimandare i compiti. Concentrazione difficile e ritiro sociale sono meno diffusi.
Sviluppare resilienza e consigli pratici
Nonostante le difficoltà, la vita da freelance può anche incentivare lo sviluppo di importanti capacità, come flessibilità, attitudine al problem solving, resilienza, adattamento al nuovo, auto-motivazione, spirito d’iniziativa e gestione dell’emotività e delle incertezze. Come sottolinea il CEO di Fiscozen, Enrico Mattiazzi, il lavoro autonomo, pur generando momenti di fragilità, offre anche la possibilità di una profonda realizzazione personale. Riconoscere i segnali di disagio è il primo passo per prendersi cura di sé.
Per affrontare al meglio le sfide psicologiche, gli esperti suggeriscono dieci abitudini da adottare:
* Dedicare tempo a interessi, affetti e riposo.
* Imparare tecniche di gestione dello stress e mindfulness.
* Accettare e rispettare i propri limiti.
* Stabilire priorità chiare tra urgenze e importanza.
* Costruire una solida rete di supporto sociale.
* Focalizzarsi su un obiettivo alla volta.
* Imparare a rallentare e a concedersi brevi pause rigeneranti.
* Definire confini netti tra vita privata e lavoro (spaziali, temporali, emotivi).
* Non temere il cambiamento e mantenere saldi valori e motivazioni.
* Organizzare le priorità, mettendo il proprio benessere in cima alla lista.
Implementare queste dieci semplici strategie può fare la differenza nel sostenere la salute mentale e la produttività del libero professionista, trasformando le sfide in opportunità di crescita.