Fisco, la Cassazione rivoluziona gli accertamenti: contraddittorio sempre obbligatorio

Ufficio Stampa FISAPI

Una svolta nei rapporti tra Fisco e contribuenti

Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 21271/2025, hanno stabilito un principio destinato a cambiare profondamente i rapporti tra contribuenti e Agenzia delle Entrate: tutti gli accertamenti cosiddetti “a tavolino” devono essere preceduti da un contraddittorio obbligatorio. Non sarà più necessario, per il contribuente, superare la cosiddetta “prova di resistenza” per far valere il vizio procedurale.

La decisione si inserisce nel nuovo quadro normativo introdotto dall’articolo 6-bis dello Statuto del contribuente (d.lgs. 219/2023), che rafforza il diritto a un confronto preventivo con l’amministrazione in tutti gli atti impugnabili.

Che cosa significa contraddittorio endoprocedimentale

Il contraddittorio endoprocedimentale è il passaggio in cui l’ufficio comunica al contribuente lo schema dell’atto, concedendogli un termine per presentare osservazioni. L’amministrazione è poi tenuta a valutarle e a motivare la decisione finale.

Con la nuova impostazione, l’assenza di questo passaggio rende l’atto annullabile davanti al giudice tributario, senza che il contribuente debba dimostrare che l’esito sarebbe stato diverso.

Prima e dopo la riforma

  • Prima dell’art. 6-bis: la violazione del contraddittorio portava all’invalidità solo se il contribuente riusciva a dimostrare, con difese concrete e non pretestuose, che l’audizione avrebbe potuto incidere sull’esito dell’atto.

  • Dopo l’art. 6-bis: per tutti gli atti autonomamente impugnabili, compresi gli accertamenti “a tavolino”, il contraddittorio è sempre obbligatorio e la sua omissione basta a rendere annullabile l’atto.

Implicazioni pratiche per i contribuenti

In caso di ricezione di uno schema d’atto, il contribuente ha almeno 60 giorni per presentare osservazioni, che l’amministrazione è obbligata a considerare. In mancanza di contraddittorio, l’atto può essere contestato in giudizio come vizio procedurale.

Questa novità rafforza i diritti di difesa dei cittadini e introduce maggiori garanzie di trasparenza, allineando il sistema tributario italiano ai principi europei sul giusto procedimento.

Conclusione

La Cassazione ha dunque segnato un punto di svolta: il contraddittorio non è più un’opzione subordinata alla “prova di resistenza”, ma un diritto fondamentale che tutela la posizione del contribuente. Un cambiamento che potrebbe ridisegnare l’equilibrio nei rapporti tra cittadini e Fisco, aprendo la strada a una stagione di maggiore dialogo e trasparenza.

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