Accertamenti fiscali e diritti dei contribuenti: la Cassazione rafforza il contraddittorio

Ufficio Stampa FISAPI

La svolta della Cassazione
Una recente sentenza delle Sezioni Unite (n. 21271/2025) segna un cambiamento significativo nei rapporti tra cittadini e Agenzia delle Entrate. D’ora in avanti, anche gli accertamenti cosiddetti “a tavolino”, cioè effettuati senza accessi o ispezioni in azienda, dovranno essere sempre preceduti da un contraddittorio formale con il contribuente. L’omissione di questo passaggio rende l’atto annullabile, senza che sia più necessario dimostrare — come avveniva in passato — che l’ascolto avrebbe modificato l’esito finale.

Che cos’è il contraddittorio endoprocedimentale
Il contraddittorio è il momento in cui l’ufficio fiscale anticipa al contribuente lo schema dell’atto e gli concede un termine per presentare osservazioni. L’amministrazione è tenuta a valutarle e a motivare la propria decisione finale. Questo meccanismo, previsto dall’art. 6-bis dello Statuto del contribuente, si applica a tutti gli atti autonomamente impugnabili e garantisce maggiore trasparenza e tutela dei diritti.

Prima e dopo la riforma
In passato, per eccepire la mancanza del contraddittorio, il contribuente doveva superare la cosiddetta “prova di resistenza”: dimostrare che le proprie osservazioni avrebbero potuto incidere concretamente sull’atto. Ora non è più necessario: la semplice omissione del contraddittorio basta per chiedere l’annullamento.
La disciplina previgente resta valida per i procedimenti avviati prima dell’introduzione dell’art. 6-bis, ma anche in quel caso le Sezioni Unite hanno chiarito che non serve provare la certezza di un esito diverso, bensì solo la possibilità che il confronto non fosse inutile.

Cosa deve fare il contribuente
Alla ricezione di uno schema d’atto, il contribuente ha almeno 60 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni. L’amministrazione dovrà tenerne conto nella decisione finale, motivando eventuali rigetti. In assenza di contraddittorio, l’atto può essere contestato davanti al giudice tributario. Sono esclusi solo alcuni atti automatizzati o di controllo formale (come le liquidazioni ex art. 36-bis e 36-ter o i ruoli esattoriali).

Conclusione
L’introduzione del contraddittorio obbligatorio negli accertamenti fiscali rappresenta un passo avanti verso una maggiore equità del sistema tributario. Il contribuente non è più relegato a un ruolo passivo, ma diventa parte attiva del procedimento, con il diritto di far valere le proprie ragioni prima che l’atto venga emesso. Un cambiamento che rafforza la trasparenza e tutela il principio del giusto procedimento.

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