Avvocati sotto pressione: stress e burnout, le nuove sfide del benessere professionale

Il volto nascosto della professione forense
Dietro la toga e l’autorevolezza delle aule di giustizia, gli avvocati convivono con ritmi serrati, scadenze improcrastinabili e una competizione sempre più elevata. La richiesta costante di prestazioni rapide ed efficaci da parte dei clienti si traduce in un impegno psicologico e fisico spesso sottovalutato, che può sfociare in stress cronico, insonnia, ansia e perfino depressione.
A ciò si aggiungono l’isolamento professionale di chi lavora in studi di piccole dimensioni e le pressioni derivanti dalle crescenti responsabilità etiche e sociali, che gravano sugli avvocati anche al di fuori delle aule di tribunale.

Dopo la pandemia, il risveglio sulla salute mentale
La pandemia di Covid-19 ha acceso un faro su un problema a lungo ignorato. Lo smart working forzato, la gestione delle udienze da remoto e l’aumento esponenziale delle pratiche hanno mostrato con chiarezza che la salute mentale è un tassello fondamentale del benessere professionale.
Studi internazionali hanno rilevato che oltre il 60% degli avvocati dichiara di aver sperimentato sintomi di stress elevato, mentre più di un terzo ha riportato condizioni compatibili con burnout. In Italia, sebbene i dati ufficiali siano ancora limitati, le testimonianze raccolte negli ultimi anni confermano un trend in crescita.

Il concetto di legal wellbeing
A livello globale si è diffusa l’idea di legal wellbeing: un approccio integrato che punta a garantire benessere psicofisico, equilibrio vita-lavoro e ambienti professionali più sostenibili. Questo modello si ispira alle pratiche di welfare aziendale, adattandole alle esigenze specifiche del settore legale.
Il benessere degli avvocati non è solo una questione di etica, ma anche di efficienza: professionisti più sereni e motivati sono in grado di lavorare meglio, riducendo errori e migliorando il rapporto con i clienti.

Iniziative negli studi legali: dall’organizzazione al supporto psicologico
Sempre più studi legali italiani hanno iniziato a introdurre misure concrete per contrastare lo stress lavorativo:

  • riorganizzazione dei carichi di lavoro per evitare sovraccarichi e turni eccessivi;

  • programmi di supporto psicologico o convenzioni con specialisti esterni;

  • iniziative di team building per rafforzare il senso di comunità all’interno dello studio;

  • flessibilità oraria e lavoro agile per migliorare la conciliazione tra vita privata e professionale;

  • percorsi formativi dedicati alla gestione dello stress e delle emozioni.

L’Union Internationale des Avocats (UIA) ha sottolineato che queste strategie non solo migliorano la vita dei professionisti, ma offrono anche vantaggi competitivi agli studi che le adottano: maggiore attrattività per i talenti, minore turnover e relazioni più solide con la clientela.

Le conseguenze di un problema ignorato
Ignorare lo stress e il burnout non è più un’opzione. Gli effetti negativi sono tangibili:

  • aumento dell’assenteismo e calo della produttività;

  • difficoltà nel mantenere rapporti professionali stabili;

  • rischio di errori professionali dovuti a stanchezza o scarsa concentrazione;

  • abbandono precoce della professione da parte dei giovani avvocati.

Questi fattori, se non affrontati, possono minare la credibilità e la sostenibilità stessa dell’avvocatura.

Uno sguardo al futuro
Il tema del benessere professionale sta emergendo come una delle priorità del settore legale nei prossimi anni. La formazione continua, il riconoscimento delle patologie legate allo stress da parte degli enti previdenziali e una maggiore consapevolezza culturale saranno gli strumenti fondamentali per affrontare la sfida.
Un avvocato che lavora in un ambiente sano e stimolante non solo tutela meglio la propria salute, ma garantisce anche un servizio di maggiore qualità al cittadino e alle imprese.

Conclusione
Il benessere degli avvocati non è un lusso, ma una condizione necessaria per garantire giustizia, efficienza e qualità del sistema legale. Affrontare lo stress e prevenire il burnout significa investire nel futuro dell’avvocatura e, di riflesso, nella tutela dei diritti dei cittadini.

Il Presidente di S.N.A.AVV.
Avv. Gaetano Lo Calzo

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