Intelligenza Artificiale: cosa cambia per professionisti e imprese dopo il via libera della Camera al DDL

La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, ora in terza lettura al Senato, introducendo nuove regole per i professionisti e obblighi di trasparenza per le aziende. Un passaggio normativo cruciale che riguarda direttamente studi professionali, imprese e pubbliche amministrazioni, ponendo l’accento su trasparenza, tutela dei diritti e centralità del pensiero umano.

IA e professionisti: trasparenza e responsabilità

Avvocati, commercialisti e altri professionisti che utilizzano l’IA nelle loro prestazioni dovranno informare i clienti in modo chiaro, semplice e completo sui sistemi impiegati. Non sarà più sufficiente affidarsi agli strumenti tecnologici: la legge impone che il pensiero critico umano rimanga predominante, almeno sotto il profilo qualitativo, nelle attività intellettuali.
La norma riconosce inoltre la possibilità di un equo compenso per i professionisti, calcolato tenendo conto dei rischi e delle responsabilità legati all’uso dell’IA.

IA e mondo del lavoro: no al controllo a distanza

Nel contesto aziendale, l’uso dell’IA è vincolato da obblighi di trasparenza verso i lavoratori. Le imprese dovranno consultare le rappresentanze sindacali prima di adottare sistemi che incidano sull’organizzazione o sulle condizioni di lavoro. È esplicitamente vietato l’uso dell’IA per finalità discriminatorie o per il controllo a distanza dei dipendenti.

Giustizia e IA: niente giustizia predittiva

Nel settore giudiziario, la legge blocca l’uso della cosiddetta “giustizia predittiva”: i sistemi basati su modelli statistici capaci di anticipare l’esito di una sentenza non potranno sostituire la valutazione autonoma del giudice.
Tuttavia, l’IA potrà essere utilizzata per ricerca giurisprudenziale, organizzazione degli uffici e semplificazione delle attività amministrative.

Cosa cambia per gli studi professionali e le PA

Il testo normativo prevede che i dati delle pubbliche amministrazioni possano essere conservati anche su server esteri, pur nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati. Gli studi professionali, invece, dovranno dotarsi di formazione specifica sull’uso dell’intelligenza artificiale e aggiornare i propri modelli organizzativi per rispondere ai nuovi requisiti normativi ed etici.

Fisapi: l’innovazione deve essere al servizio dell’etica

Fisapi crede in un’innovazione che rafforzi la professionalità, non che la sostituisca. Il nuovo disegno di legge rappresenta un passaggio fondamentale verso un uso consapevole, trasparente e responsabile dell’intelligenza artificiale. Per questo sosteniamo percorsi formativi che uniscono tecnica, cultura e responsabilità sociale, aiutando i professionisti ad affrontare il cambiamento non come una minaccia, ma come un’occasione per evolvere.

 

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