Via libera alle asseverazioni: tornano in campo i commercialisti

Dopo una lunga fase di incertezza normativa e interpretativa, i commercialisti tornano ufficialmente tra i professionisti abilitati a effettuare asseverazioni nell’ambito dei contratti. Il chiarimento è arrivato con una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate e con l’inserimento di una norma esplicita nella legge di conversione dell’ultimo decreto fiscale, che ha ridefinito i confini delle competenze professionali coinvolte nei processi di validazione tecnico-economica dei contratti.

Negli ultimi anni, l’esclusione progressiva dei commercialisti da numerose attività di asseverazione – specialmente nel campo dei bonus edilizi, delle gare pubbliche e della contrattualistica privata – aveva suscitato non poche polemiche e ricorsi, mettendo in discussione il principio della parità tra professioni regolamentate. In particolare, la questione verteva sulla possibilità di attestare la congruità dei costi, la regolarità fiscale e contributiva, nonché la coerenza economico-finanziaria di contratti e operazioni complesse.

La nuova disciplina, ora in vigore, riconosce nuovamente ai commercialisti la possibilità di redigere asseverazioni in una serie di ambiti in cui la loro figura professionale ha una competenza tecnica consolidata. Tra questi: l’asseverazione di spese e requisiti nei bonus fiscali, la verifica della regolarità nei contratti d’appalto, la certificazione del rispetto dei limiti di spesa e la valutazione dell’equilibrio economico nei piani aziendali.

Con il nuovo assetto, si punta a rafforzare la trasparenza e l’affidabilità delle certificazioni professionali, garantendo al contempo l’efficienza del sistema. La pluralità di figure abilitate alle asseverazioni – tra cui ingegneri, architetti, periti e ora nuovamente commercialisti – dovrebbe assicurare maggiore flessibilità operativa e risposte più tempestive alle esigenze del mercato e della pubblica amministrazione.

La riforma segna anche un ritorno a una visione più ampia e integrata delle competenze professionali, in un contesto in cui le interazioni tra aspetti tecnici, fiscali e giuridici sono sempre più frequenti. La reintroduzione dei commercialisti in questo processo rappresenta quindi non solo un correttivo tecnico, ma anche un segnale verso una gestione più collaborativa e multidisciplinare della complessità normativa.

Restano ora da chiarire alcuni aspetti applicativi, in particolare per quanto riguarda le modalità operative e gli strumenti digitali da adottare per uniformare il processo di asseverazione. Ma il principio è stato ristabilito: i commercialisti sono di nuovo protagonisti nelle attestazioni contrattuali.

 

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