Federprofessioni: Difendere l’autonomia dei medici di famiglia per un’assistenza territoriale efficace

Il modello dipendente rischia di compromettere la qualità e la sostenibilità del sistema sanitario locale 

Federprofessioni esprime una posizione ferma e articolata contro la trasformazione dei medici di medicina generale in dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, ritenendo che tale misura non solo non affronti in modo adeguato le problematiche attuali della sanità territoriale, ma rischi addirittura di esacerbarle in maniera significativa. Secondo il presidente Carmelo Bifano, l’adozione di un modello subordinato comporterebbe numerosi rischi sistemici, con implicazioni negative per la qualità e l’accessibilità dell’assistenza sanitaria a livello locale.

In primis, l’istituzione di un rapporto di dipendenza potrebbe innescare un progressivo esodo dei professionisti, poiché la perdita di autonomia e la riduzione degli incentivi professionali potrebbero portare molti medici a considerare alternative occupazionali, o a optare per il pensionamento anticipato. Tale dinamica, oltre a compromettere il grado di attrattività della professione per le nuove generazioni, rischierebbe di generare un netto deficit di competenze e presenze sul territorio, con il pericolo concreto di lasciare intere regioni prive di un adeguato presidio sanitario.

Parallelamente, Federprofessioni sottolinea come i ritardi nell’attuazione degli accordi contrattuali e l’assenza di una programmazione strutturata abbiano già evidenziato problematiche significative nel reclutamento di nuovi medici. La mancata tempestiva integrazione di professionisti nel sistema sanitario rende ancora più critico il passaggio a un modello in cui l’autonomia operativa dei medici verrebbe ulteriormente limitata, aggravando così la carenza di personale nelle aree più bisognose di assistenza.

In un contesto in cui la flessibilità operativa e la capacità di adattamento alle esigenze locali sono elementi fondamentali per garantire un servizio sanitario efficace, il passaggio a un regime di dipendenza appare come un’ulteriore limitazione delle prerogative professionali dei medici. Tale trasformazione, secondo Federprofessioni, contrasta con l’esigenza di potenziare e valorizzare la medicina generale, strumento imprescindibile per rispondere in maniera tempestiva e mirata alle esigenze della popolazione. La professionalità e l’autonomia dei medici di famiglia costituiscono pilastri imprescindibili del Servizio Sanitario Nazionale, e la loro progressiva erosione potrebbe comportare conseguenze gravi e diffuse sulla salute della collettività.

Pertanto, Federprofessioni sollecita con decisione le istituzioni a rispettare gli impegni assunti con l’ACN dell’4 aprile 2024, invitandole a instaurare un dialogo costruttivo e trasparente con i rappresentanti della categoria. È essenziale che ogni decisione futura sia ponderata in maniera approfondita e condivisa, al fine di evitare scelte che possano compromettere irreversibilmente il diritto alla salute di milioni di cittadini. In questo senso, il presidente Carmelo Bifano e Federprofessioni auspica una riflessione collettiva volta a preservare la qualità, l’efficienza e l’autonomia della sanità territoriale, elementi imprescindibili per garantire un servizio sanitario all’altezza delle sfide contemporanee.

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