100 giorni di Trump: tra propaganda, attacchi istituzionali e ritorno alla linea dura

Ufficio Stampa Federprofessioni, 30 aprile 2025

A 100 giorni dall’inizio del suo nuovo mandato presidenziale, Donald Trump ha celebrato pubblicamente i traguardi (presunti o reali) della sua amministrazione in un comizio fiume di 90 minuti nel Michigan, epicentro simbolico della manifattura americana. Tra rivendicazioni, attacchi frontali e toni populisti, emergono linee politiche che interessano da vicino anche il mondo dei professionisti, in particolare per quanto riguarda il clima economico, la politica industriale e il ruolo delle istituzioni.

Immigrazione: la leva del consenso

La questione migratoria è tornata centrale. Trump ha mostrato immagini cruente di immigrati deportati a El Salvador, ribadendo il successo della sua linea dura: secondo lui, il flusso di ingressi illegali al confine sarebbe diminuito “del 99,999%”. Si tratta di una narrazione che, al di là dei numeri propagandistici, mira a ricompattare la sua base elettorale e a polarizzare ulteriormente il dibattito.

Per i professionisti dell’area legale, sociale e umanitaria, queste politiche aprono interrogativi seri su diritti civili, regolarizzazione dei lavoratori stranieri e impatto sulle dinamiche di integrazione, anche in contesto aziendale.

Fed e dazi: un approccio muscolare all’economia

Trump ha rivolto attacchi diretti al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, accusato di ostacolare la crescita mantenendo tassi d’interesse troppo alti. Ha inoltre ribadito la legittimità dei dazi imposti a Cina, Messico e Canada, sostenendo che questi paesi “siano sovvenzionati dagli Stati Uniti”.

Queste dichiarazioni non sono solo provocazioni: riflettono un’impostazione politica che mette in discussione l’autonomia delle istituzioni economiche e rafforza un protezionismo aggressivo. Per gli studi professionali che operano nel commercio internazionale, nella finanza o nella consulenza aziendale, questo approccio può significare instabilità dei mercati, mutamenti nelle catene del valore e riformulazione degli accordi commerciali.

Attacco a Biden e alla magistratura: uno stile di rottura

Il linguaggio usato contro Joe Biden – definito “il peggior presidente della storia” – e verso i giudici (“comunisti” che “vogliono togliere i poteri al presidente”) conferma il ritorno a uno stile comunicativo conflittuale, fortemente personalistico. Le implicazioni istituzionali sono profonde: si rischia una delegittimazione sistematica dei contropoteri democratici, inclusa la giustizia.

In questo contesto, l’indipendenza delle professioni legali, contabili e fiscali assume un valore strategico. È proprio nei momenti di tensione democratica che i professionisti sono chiamati a essere garanti di legalità, trasparenza e responsabilità.

Industria e lavoro: un richiamo alla “rust belt”

Parlando nell’area di Detroit, Trump ha enfatizzato il sostegno alla manodopera americana e all’industria automobilistica, messaggi simbolici ma anche strategici per la riconquista della “rust belt”, cruciale in chiave elettorale.

Gli ingegneri, i progettisti, i periti industriali e le altre professioni tecniche dovranno osservare con attenzione le future misure su reshoring, incentivi all’industria nazionale e semplificazioni normative. Potrebbero aprirsi opportunità, ma anche rischi di nuove barriere doganali o tensioni commerciali con l’estero.

Conclusione: molto più che propaganda

Il discorso di Trump non è solo retorica elettorale: è la mappa di un’agenda che potrebbe incidere in modo profondo sul contesto istituzionale, economico e sociale americano (e non solo). Per il mondo delle professioni, è essenziale mantenere uno sguardo vigile, consapevole e informato. L’instabilità di oggi potrebbe trasformarsi nell’ambiente operativo di domani.

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