Segreteria FISAPI
La bozza della Legge di Bilancio 2026, all’articolo 12, stabilisce la proroga per l’anno prossimo dell’innalzamento del limite massimo di reddito da pensione o lavoro subordinato per chi vuole accedere o rimanere nel regime fiscale agevolato. La soglia viene confermata a 35.000 euro, superiore al limite ordinario (pre-2025) di 30.000 euro.
Senza questa riproposizione, l’accesso al forfettario – che prevede aliquote ridotte al 5% o al 15% – sarebbe stato precluso a una platea più vasta di contribuenti. La conferma della soglia a 35.000 euro era stata introdotta per la prima volta dalla Legge 207/2024 per il solo anno 2025.
Le condizioni di accesso e la rilevanza dei premi
L’innalzamento riguarda la condizione (prevista dalla lettera d-ter) che esclude dal regime chi ha percepito, nell’anno precedente, redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori alla soglia. È importante notare che tale vincolo non si applica se il rapporto di lavoro è terminato. Storicamente, questo requisito ha rappresentato un forte ostacolo per chi intendeva intraprendere una seconda attività, mantenendo un’occupazione primaria.
Ai fini del calcolo del tetto massimo di 35.000 euro, si considerano rilevanti anche i premi di risultato erogati in virtù di accordi collettivi, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 398.
Resta, invece, invariata l’altra causa ostativa (lettera d-bis): l’esclusione di chi svolge l’attività prevalente nei confronti di datori di lavoro con cui ha avuto rapporti nei due anni precedenti (salvo i casi di pratica obbligatoria).
La decisione di mantenere la soglia maggiorata mira a sostenere l’imprenditorialità secondaria e il passaggio a una Partita IVA, favorendo l’ampliamento della base contributiva nel regime semplificato.