Ufficio Stampa Fisapi
Il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva la legge quadro sull’intelligenza artificiale (IA), introducendo una serie di misure destinate a regolare l’uso di queste tecnologie nei diversi settori della vita sociale ed economica. Dalla disciplina dei reati all’equo compenso dei professionisti, fino alle norme sul copyright e sulla lotta alla diffusione di contenuti fake, il provvedimento segna un passaggio fondamentale per il futuro del Paese e per l’adeguamento al quadro normativo europeo.
Le novità principali della legge
La nuova legge stabilisce che:
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i reati commessi con l’uso dell’IA prevedono aggravanti specifiche, in particolare nei casi di aggiotaggio e manipolazione di mercato;
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l’equo compenso per i professionisti dovrà essere adeguato tenendo conto dell’uso dell’intelligenza artificiale;
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anche le opere create con strumenti di IA saranno tutelate dal diritto d’autore, purché frutto del lavoro intellettuale dell’autore;
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viene introdotto il reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati dall’IA, come strumento di contrasto alla disinformazione digitale;
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le autorità di vigilanza individuate sono AgID e ACN;
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fissata a 14 anni la “maggiore età digitale” per l’uso dell’IA.
L’armonizzazione con l’AI Act europeo
La legge delega inoltre il governo a varare i decreti attuativi per garantire la piena armonizzazione con l’AI Act europeo (reg. UE 2024/1689). Questi interventi dovranno riguardare in particolare:
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la disciplina sull’addestramento dei sistemi di IA;
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le regole per l’utilizzo in ambito medico e sanitario, inclusi fascicolo sanitario elettronico e ricerca;
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le norme sulle sanzioni amministrative, civili e penali.
Il percorso di adeguamento dovrà concludersi entro il 2026, anno in cui entrerà in vigore la gran parte delle disposizioni europee.
Impatti su professioni e mercato del lavoro
Un aspetto centrale della legge è l’introduzione di norme specifiche per la tutela delle professioni intellettuali. Con l’uso crescente di strumenti di IA a supporto dell’attività professionale, la previsione di un equo compenso aggiornato rappresenta un riconoscimento del valore insostituibile del lavoro umano e delle competenze specialistiche.
Allo stesso modo, il riconoscimento delle opere prodotte con il contributo di IA all’interno del diritto d’autore tutela la creatività e la responsabilità dell’autore, valorizzando il ruolo del professionista anche in un contesto tecnologicamente avanzato.
Conclusione
La legge quadro sull’intelligenza artificiale rappresenta un passo decisivo per conciliare innovazione e tutela dei diritti, garantendo un utilizzo responsabile e sicuro di queste tecnologie. Con regole più chiare, il sistema italiano si prepara ad affrontare le sfide del futuro, offrendo maggiore sicurezza ai cittadini, alle imprese e ai professionisti, chiamati a misurarsi con un cambiamento epocale.





