Riforma dell’esame di stato per Avvocati: le novità che cambiano il percorso abilitante

Il percorso di accesso alla professione forense cambia in modo significativo: il Governo ha approvato un disegno di legge delega che ridefinisce le modalità dell’esame di Stato per gli avvocati, introducendo nuovi standard per valutare competenze teoriche e pratiche. La riforma entra in vigore a regime, con il primo appuntamento ordinario a partire dal 2026. Nel frattempo, la sessione del dicembre 2025 seguirà la disciplina transitoria attuale.

Le modifiche principali previste dal ddl
Dal 2026 l’esame si compone di due prove scritte più una prova orale. Lo scritto prevede:

  • la redazione di un parere motivato;

  • la stesura di un atto giudiziario su materie quali diritto privato, penale o amministrativo.

Il colloquio orale sarà incentrato sulla discussione degli elaborati scritti e su un caso pratico. Le domande copriranno diritto sostanziale, diritto processuale, deontologia e ordinamento forense.

Il candidato dovrà inoltre scegliere due discipline supplementari tra quelle individuate dal legislatore (es. diritto commerciale, diritto dell’Unione europea, costituzionale, ecc.).

Regime transitorio e date da segnare
La sessione d’esame di dicembre 2025 manterrà ancora il modello semplificato: una prova scritta seguita da un orale, come previsto dal decreto Milleproroghe 2025.

La domanda di ammissione si potrà presentare esclusivamente online, tramite il portale del Ministero della Giustizia, con credenziali SPID, CIE o CNS, dall’1 ottobre all’11 novembre 2025.

Perché questa riforma è significativa
Il nuovo impianto punta a superare la semplicità del modello emergenziale, richiedendo un esame più rigoroso e bilanciato tra teoria e pratica.

Con due prove scritte, l’esame verterà non solo su studi teorici, ma sulla capacità di applicazione concreta: redazione atti, pareri, gestione di situazioni giuridiche reali.

L’introduzione di materie opzionali permette al candidato di specializzarsi o di dimostrare competenze più ampie, adeguate al contesto professionale moderno.

Sfide e riflessioni

  • I candidati dovranno adeguare la preparazione: non bastano più le conoscenze generali, ma occorrerà padronanza pratica degli atti e consapevolezza del processo.

  • I tempi di esecuzione e valutazione potrebbero subire pressioni maggiori: commissioni d’esame, sedi, modalità organizzative dovranno essere all’altezza.

  • Il regime transitorio per il 2025 offre una finestra utile per adattamenti progressivi, ma richiede chiarezza normativa e comunicazione puntuale affinché tutti i futuri avvocati abbiano certezza su cosa aspettarsi.

Conclusione
Con la riforma dell’esame di Stato si inaugura una fase nuova per la professione forense: più rigore, maggiore equilibrio tra competenze teoriche e applicative, e strumenti che puntano a garantire che l’abilitazione rifletta realmente la preparazione richiesta dal ruolo.

I praticanti e chi segue il percorso forense dovranno avviare sin da ora una preparazione più articolata, in vista del cambiamento che scatta nel 2026.

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