Concordato Preventivo Biennale: proposte al rialzo e adesioni in calo

Ufficio Stampa FISAPI

Il nuovo biennio del Concordato Preventivo Biennale (CPB) 2025-2026 si apre con prospettive meno favorevoli per i contribuenti. Le simulazioni elaborate nelle ultime settimane evidenziano infatti un netto rialzo delle proposte rispetto all’edizione precedente, con incrementi significativi dei redditi concordati, in alcuni casi a doppia cifra. Una tendenza che rischia di ridurre ulteriormente l’adesione a uno strumento già caratterizzato, nella prima edizione, da una partecipazione limitata.

Incrementi generalizzati
Dalle analisi emerge che, rispetto al biennio 2024-2025, le proposte di concordato mostrano incrementi più marcati. Persino i contribuenti con punteggi Isa elevati – fino al massimo di 10 – si vedono prospettare aumenti non trascurabili (+8% nel 2025 e +10% nel 2026), a differenza di quanto accaduto lo scorso anno, quando per le posizioni più virtuose si registravano spesso incrementi modesti o addirittura nulli.

Un andamento che appare paradossale se confrontato con i contribuenti con punteggi Isa inferiori, i quali ricevono comunque proposte di rialzo, ma con percentuali relativamente simili a chi già gode della massima affidabilità fiscale.

Variabili in gioco
Oltre al punteggio Isa, il meccanismo di calcolo tiene conto della storia reddituale degli ultimi tre anni, delle stime di crescita del PIL interno lordo – giudicate da più parti ottimistiche – e dei cosiddetti “minimi settoriali”, calibrati in base al comparto di appartenenza.

Le simulazioni evidenziano, per esempio, come un’impresa familiare con punteggio Isa di 7,6 e reddito di oltre 178 mila euro nel 2024 si veda prospettare un incremento del 30% nel 2026, con un peso economico particolarmente gravoso.

Impatto delle nuove regole
A complicare il quadro contribuiscono le novità introdotte dal decreto legislativo n.81/2025 (cosiddetto “correttivo bis”), che ridefinisce requisiti di accesso, cause di cessazione e condizioni di decadenza. Un ulteriore elemento che potrebbe scoraggiare la platea dei professionisti e delle imprese dall’adesione al CPB.

Adesioni a rischio
Alla luce di tali sviluppi, appare verosimile che la seconda stagione del concordato registri adesioni inferiori a quelle – già modeste – del primo biennio. La prospettiva di incrementi reddituali così elevati, unita alle nuove regole restrittive, rischia di ridurre l’attrattività dello strumento, generando un divario tra obiettivi di gettito e reale convenienza per i contribuenti.

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