Nuovi mercati per l’Italia: cosa cambia con l’intesa UE-Mercosur

Ufficio Stampa FISAPI

L’Unione Europea e il Mercosur — che comprende Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay — hanno raggiunto un’intesa che apre la strada alla creazione della più vasta area di libero scambio al mondo, con oltre 700 milioni di consumatori coinvolti e circa un quarto del PIL globale. Per l’Italia si tratta di un passaggio decisivo, che offre nuove occasioni per l’export, ma che porta con sé anche rischi e criticità da gestire.

I vantaggi per le imprese italiane
L’accordo dovrebbe garantire:

  • Maggiore accesso ai mercati sudamericani, con una previsione di crescita dell’export europeo fino al 39-50%.

  • Opportunità per settori strategici come meccanica, automotive, farmaceutica, vini e agroalimentare di qualità.

  • Tutela delle eccellenze italiane, grazie al riconoscimento delle Indicazioni Geografiche (IG) che proteggono marchi come Parmigiano Reggiano o Prosciutto di Parma.

  • Sostegno all’occupazione, con stime che parlano di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro legati all’incremento dell’export europeo.

Le criticità da non ignorare
Non mancano però le ombre:

  • Agricoltura sotto pressione: le associazioni agricole temono l’ingresso di prodotti a basso costo (manzo, pollame, zucchero, riso) che potrebbero penalizzare le produzioni europee.

  • Questione degli standard: si chiede reciprocità nei criteri ambientali, sanitari e sociali, affinché i produttori del Mercosur rispettino le stesse regole richieste in Europa.

  • Clausole di salvaguardia: l’accordo prevede meccanismi di protezione e fondi compensativi, ma la loro effettiva applicazione dovrà essere monitorata con attenzione.

Prossime tappe e prospettive
Il percorso non è concluso: l’accordo dovrà ora essere approvato dal Consiglio Europeo, dal Parlamento UE e, in alcuni casi, anche dai parlamenti nazionali. L’obiettivo è completare la ratifica entro il 2026.

Per l’Italia la sfida sarà bilanciare le opportunità di crescita per l’export con la protezione delle filiere più fragili, assicurando al contempo che il Made in Italy possa esprimere tutto il suo valore sui mercati sudamericani.

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