Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede una svolta epocale per la giustizia italiana. Udienze in videoconferenza, trattazione scritta e giudici da remoto sono le soluzioni previste per rendere il processo più moderno, efficiente e vicino al cittadino. La riforma, già avviata in fase emergenziale durante la pandemia, punta ora a diventare strutturale, con effetti duraturi sul sistema giudiziario.
Udienze digitali e trattazione scritta: cosa cambia
Le modalità digitali previste sono due. La prima è l’udienza da remoto, che può svolgersi online tramite videoconferenza, purché non siano presenti testimoni o soggetti estranei. La seconda è la trattazione scritta, in cui le parti depositano note telematiche in sostituzione dell’udienza fisica. Entrambe le modalità permettono di semplificare il procedimento e ridurre i tempi, nel rispetto delle garanzie processuali.
Una piattaforma unica entro il 2028
Il progetto si spinge oltre le singole udienze. Entro il 2028 è prevista la realizzazione di una piattaforma digitale unica per tutti i procedimenti: civili, penali, amministrativi, tributari e contabili. L’obiettivo è garantire interoperabilità tra banche dati e piena tracciabilità degli atti, con archiviazione digitale dei fascicoli e accesso integrato per operatori del diritto e cittadini.
Investimenti e personale per sostenere il cambiamento
Il piano è sostenuto da un investimento significativo: oltre 2,3 miliardi di euro saranno destinati alla digitalizzazione della giustizia. Le risorse copriranno non solo l’innovazione tecnologica, ma anche l’assunzione di personale qualificato e il potenziamento dell’Ufficio per il processo, che avrà un ruolo centrale nello smaltimento dell’arretrato e nel supporto ai magistrati.
Criticità sul campo e rischi disomogenei
Non mancano però le difficoltà. In molte sedi giudiziarie mancano infrastrutture adeguate, il personale non sempre è formato per l’uso degli strumenti digitali, e le piattaforme non sono ancora completamente affidabili. Il rischio è che l’innovazione proceda a velocità diverse tra territori, creando nuove disparità. Il Movimento Forense ha espresso preoccupazione per un sistema che potrebbe avvantaggiare alcuni tribunali a discapito di altri meno digitalizzati.
Conclusione
Il progetto del PNRR rappresenta una delle più importanti riforme della giustizia degli ultimi decenni. Se ben attuata, può rendere il sistema più snello, rapido e vicino ai cittadini. Tuttavia, sarà necessario colmare i gap tecnologici e organizzativi affinché la giustizia digitale non rimanga solo un obiettivo sulla carta.