Brexit e Mercato UK: nuove Sfide per Avvocati e Imprese

Un contesto normativo tutto da navigare
A oltre tre anni dalla Brexit, il Regno Unito non è più un Paese “quasi UE”, ma un mercato autonomo con regole proprie, che richiede alle imprese italiane e agli avvocati competenze legali sofisticate. Le nuove normative influenzano dogane, fiscalità, autorizzazioni settoriali e procedure regolatorie, creando una geografia giuridica complessa in cui cittadini, aziende e professionisti devono muoversi con strategie mirate.

Il ruolo trasformato degli avvocati
Gli avvocati italiani nel Regno Unito non sono più semplici interpreti di norme comuni: diventano mediatori tra ordinamenti disallineati, offrendo consulenza comparata e strategie personalizzate. Contratti cross-border, contenziosi, fiscalità internazionale e mobilità dei lavoratori richiedono una conoscenza aggiornata e reti professionali internazionali attive.
Accordi come il Memorandum d’intesa tra Law Society e Consiglio Nazionale Forense testimoniano la necessità di un dialogo operativo tra professionisti, per facilitare soluzioni legali solide e commercialmente efficaci.

Opportunità e criticità per le imprese italiane
Londra continua a essere un hub strategico per il banking, il private credit e il mercato dei capitali. Tuttavia, le imprese affrontano costi di compliance più alti, procedure doganali complesse e obblighi fiscali distinti. Settori come manifatturiero, agroalimentare, fashion e servizi finanziari richiedono piani operativi e legali dettagliati.
Grazie a regimi agevolativi come Investment Management Exemption e la flat tax per gli impatriati, molte aziende italiane riescono comunque a sfruttare nuove opportunità, mentre la capacità di mediazione tra sistemi normativi diventa un vantaggio competitivo.

Impatti sui cittadini e sul lavoro
La Brexit ha inciso anche su residenza, riconoscimento dei titoli e mobilità dei lavoratori. L’ingresso di professionisti qualificati richiede visti più complessi e controlli fiscali e previdenziali accurati. Studenti, stagionali e pensionati devono fare i conti con procedure più onerose, mentre aziende e privati affrontano nuove sfide nella gestione delle attività transfrontaliere.

Proprietà intellettuale e compliance
Le imprese italiane devono gestire separatamente i marchi e i disegni nel Regno Unito, con registrazioni distinte presso l’UKIPO e aggiornamenti costanti sui rinnovi. Anche la compliance regolatoria e fiscale richiede una strategia multilivello, con attenzione alla continuità operativa e alla governance societaria.

Conclusione
La Brexit ha trasformato profondamente il contesto legale tra Italia e Regno Unito. In questo scenario, gli avvocati italiani svolgono un ruolo cruciale: architetti di soluzioni transnazionali, capaci di coniugare conoscenza normativa, visione commerciale e capacità di mediazione tra sistemi giuridici diversi. Le imprese italiane che sapranno adattarsi a questo nuovo quadro potranno continuare a crescere e a consolidare la loro presenza nel mercato britannico.

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