Il Work for Equity (WFE) è uno strumento previsto dall’art. 27 del D.L. 179/2012, pensato per startup e PMI innovative. Consente di remunerare consulenti, professionisti e amministratori esterni attraverso l’assegnazione di quote societarie, anziché con denaro.
A chi si rivolge
Il WFE può essere utilizzato solo con collaboratori esterni dotati di partita IVA (persone fisiche o giuridiche). Sono esclusi i dipendenti e i collaboratori continuativi.
Vantaggi principali
- Per l’azienda: riduzione del fabbisogno di liquidità, rafforzamento patrimoniale e fidelizzazione di professionisti chiave.
- Per il professionista: partecipazione diretta al progetto imprenditoriale, con potenziale crescita del valore delle quote.
- Fiscale: le quote ricevute non concorrono a formare reddito imponibile. Inoltre, in caso di aumento di capitale, è possibile una detrazione IRPEF del 30% o 50% del conferimento.
Quando si applica
Il WFE è accessibile solo a:
- Startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro Imprese;
- PMI innovative;
- con statuto societario che consenta l’uso di strumenti partecipativi;
- escluse le Srl semplificate (art. 2463-bis c.c.).
Procedura
È necessaria la stipula di un contratto scritto, con:
- descrizione dettagliata della prestazione;
- valore economico della consulenza;
- rapporto di cambio tra prestazione e partecipazione societaria;
- eventuale perizia di stima;
- tempi di maturazione delle quote.
Requisiti della startup innovativa
La società deve:
- avere meno di 5 anni;
- non distribuire utili;
- avere come oggetto sociale l’innovazione tecnologica;
- rispettare almeno uno tra i criteri aggiuntivi (spese in R&S, personale altamente qualificato, titolarità di privative industriali/software).
Considerazioni finali
Il WFE è uno strumento utile per attrarre competenze strategiche in fasi iniziali o di scale-up, evitando indebitamento. È però essenziale valutare attentamente il progetto imprenditoriale, i rischi connessi e predisporre un contratto solido e trasparente.