Acemoglu: «L’Europa può vincere la sfida dell’intelligenza artificiale»

Ufficio Stampa FISAPI – 28 maggio 2025

Daron Acemoglu, Nobel per l’Economia 2024 e professore al MIT di Boston, lancia da Trento un messaggio forte: l’Europa può diventare leader nell’intelligenza artificiale, a patto che punti su regolamentazione chiara, innovazione e concorrenza.

Intervenuto al Festival dell’Economia, Acemoglu ha criticato duramente l’approccio statunitense, dominato dalle big tech e da una politica sempre più centralizzata. «Chi controlla i dati controlla il mondo – ha affermato – ma negli USA il potere è sfuggito al Congresso ed è ora in mano a pochi attori privati, mentre la politica di Trump sta aggravando la situazione istituzionale».

La lezione del passato digitale

Acemoglu ha sottolineato come la rivoluzione digitale, negli ultimi 40 anni, non abbia portato i benefici attesi. «L’automazione è stata utilizzata per sostituire i lavoratori, non per supportarli. I sindacati sono stati indeboliti, i salari sono aumentati solo per i laureati, e i maggiori profitti sono andati alle grandi imprese». Questo squilibrio, secondo l’economista, ha minato la fiducia dei cittadini e alimentato il consenso per populismi come quello di Trump.

AI: serve un nuovo paradigma

Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, Acemoglu invita ad abbandonare il mito della “superiorità delle macchine”. «Serve una visione umanocentrica, in cui l’Ai affianchi e potenzi le capacità umane senza sostituirle – ha dichiarato –. In particolare, va evitato che agenti autonomi sostituiscano persone in settori cruciali come l’istruzione».

L’Europa come opportunità

Nonostante il ritardo accumulato, secondo Acemoglu l’Europa ha le carte in regola per diventare protagonista nell’AI. La chiave è unire prudenza e innovazione. «L’UE dovrebbe varare una regolamentazione unica, chiara e agile, evitando norme nazionali frammentate. Bisogna favorire il credito a basso costo e stimolare il venture capital, sul modello della Silicon Valley».

Acemoglu, turco di origini armene e profondo conoscitore del contesto europeo, vede nel Vecchio continente un punto di equilibrio tra sviluppo tecnologico e tutela dei diritti. «L’Europa – ha detto – ha compreso meglio di USA e Cina i rischi legati all’Ai. Può guidare una terza via, stringendo alleanze con economie emergenti come India, Brasile, Messico e Arabia Saudita».

Concorrenza e mercato del lavoro

Per il Nobel, la concorrenza è fondamentale. «Servono leggi Antitrust applicate anche all’Ai, per evitare concentrazioni aziendali che minano l’innovazione». Sul lavoro, avverte: «I chatbot e gli agenti autonomi non devono sostituire le persone: gli effetti potrebbero essere tossici».

Infine, un messaggio ai giovani: «Il futuro è vostro, non dell’intelligenza artificiale», ha concluso tra gli applausi.

 

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