Intelligenza Artificiale e Studi Legali: il punto di vista dell’Associazione Legali Italiani (ALI)

A firma dell’Avv. Damiano Marinelli – Presidente Nazionale ALI – Associazione Legali Italiani

L’intelligenza artificiale è entrata negli studi legali senza bussare, rivoluzionando silenziosamente – ma con forza – le modalità operative della professione forense. Automatizzazione dei processi documentali, redazione assistita di atti e ricerche giurisprudenziali in tempo reale sono solo alcune delle trasformazioni in atto. Ma questa innovazione, se non accompagnata da una riflessione profonda sul piano etico, normativo e deontologico, rischia di destabilizzare il cuore stesso della nostra professione: il rapporto fiduciario tra avvocato e assistito.

Come Associazione Legali Italiani (ALI), aderente a Federprofessioni, riteniamo che il tema dell’IA debba essere affrontato con equilibrio, visione e responsabilità. Non ci opponiamo all’innovazione: al contrario, ne riconosciamo il valore. Ma siamo fermamente convinti che la centralità del ruolo dell’avvocato debba essere sempre preservata.

Opportunità da cogliere, rischi da governare

L’IA può rappresentare un alleato prezioso, soprattutto nella gestione del tempo e nel miglioramento dell’efficienza degli studi legali. Tuttavia, non possiamo ignorare i rischi concreti: errori normativi già registrati nei tribunali, violazioni deontologiche dovute all’uso inconsapevole o opaco delle tecnologie, minacce alla sicurezza dei dati quando si utilizzano piattaforme generiche non protette.

L’utilizzo dell’IA non deve mai tradursi in una delega di responsabilità: la competenza tecnica deve essere sempre accompagnata dal controllo umano, dal rispetto delle regole e dalla consapevolezza degli strumenti.

Il quadro normativo in costruzione

Accogliamo con favore l’approvazione dell’AI Act europeo e del recente Disegno di legge nazionale sull’IA, che stabilisce un principio fondamentale per tutte le professioni intellettuali: l’IA può solo affiancare l’opera intellettuale del professionista, mai sostituirla. Un’impostazione che riteniamo condivisibile e coerente con i valori che guidano l’attività dell’avvocato, e che merita attenzione e confronto all’interno dei contesti istituzionali di dialogo professionale.

Inoltre, l’obbligo di informazione trasparente verso il cliente sull’utilizzo di strumenti basati su IA rappresenta un pilastro essenziale per la tutela della relazione professionale.

Le linee guida etiche: un faro per la categoria

L’adozione delle linee guida elaborate dalla Fédération des Barreaux d’Europe sulla Generative AI costituisce una base importante per l’uso responsabile di questi strumenti: riservatezza, trasparenza, controllo umano, qualità degli output e rispetto della deontologia devono restare punti fermi, sempre.

Verso una nuova formazione del giurista

L’avvocato non deve diventare un tecnico informatico, ma non può più permettersi di ignorare gli strumenti dell’IA. È tempo che la formazione giuridica integri queste nuove competenze, senza stravolgere l’identità del giurista, ma potenziandola.

Come ALI – Associazione Legali Italiani, ci impegniamo a promuovere una cultura dell’innovazione consapevole, costruita sui valori della professione forense. Solo così potremo affrontare il cambiamento senza subirlo, mantenendo il nostro ruolo di garanti dei diritti e custodi della legalità in un’epoca di profonde trasformazioni tecnologiche.

Avv. Damiano Marinelli
Presidente Nazionale ALI – Associazione Legali Italiani
http://www.associazionelegaliitaliani.it

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