Dazi USA: le ricadute su economia e professioni tecniche italiane

Ufficio Stampa di Federprofessioni– Aprile 2025

L’introduzione dei nuovi dazi statunitensi del 20% sulle merci europee, in vigore dal 9 aprile 2025, rappresenta una svolta decisiva per gli equilibri economici internazionali e ha ripercussioni immediate e rilevanti per il sistema produttivo italiano. Le conseguenze non riguardano solo l’export e il PIL, ma toccano da vicino anche il mondo delle libere professioni tecniche: ingegneri, architetti, geometri e consulenti sono oggi chiamati a ripensare strategie, supportare le imprese e adattarsi a uno scenario in rapida evoluzione.

L’impatto sulle imprese e sul lavoro professionale

Secondo le stime di Confartigianato, il nuovo assetto tariffario potrebbe costare all’Italia oltre 11 miliardi di euro in export verso gli Stati Uniti e circa 33mila posti di lavoro nella manifattura. Un colpo durissimo per il Made in Italy, in particolare per il settore agroalimentare e per molte filiere ad alta intensità di progettazione e innovazione tecnica.

Le PMI, che costituiscono il cuore pulsante del nostro sistema industriale, si trovano ora in una situazione di vulnerabilità, specialmente nei territori a più alta vocazione export: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte. In questo contesto, i professionisti dell’area tecnica svolgono un ruolo cruciale: non solo come progettisti e consulenti, ma anche come facilitatori di processi di riconversione produttiva, adeguamenti tecnologici e strategia d’internazionalizzazione alternativa.

Il ruolo delle professioni tecniche nella crisi

La capacità delle imprese di adattarsi alle nuove condizioni di mercato dipenderà anche dalla rapidità con cui potranno accedere a competenze trasversali e servizi professionali di qualità. I professionisti sono oggi in prima linea nell’assistere le aziende in aree come:

  • riprogettazione di processi e prodotti per mercati alternativi;
  • certificazioni internazionali e adeguamento normativo per l’export;
  • ottimizzazione logistica e supply chain;
  • consulenza energetica e sostenibilità per aumentare la competitività;
  • analisi di rischio economico e strategico.

Tutte attività che possono rappresentare nuove opportunità professionali, ma che richiedono un coordinamento con le istituzioni e un’adeguata programmazione a livello nazionale.

Le mosse del Governo e dell’Europa

Il Governo italiano ha già avviato una serie di incontri con le rappresentanze economiche, mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrerà il presidente USA Donald Trump il prossimo 16 aprile. L’obiettivo dichiarato è aprire un tavolo negoziale che scongiuri ulteriori inasprimenti.

Parallelamente, l’Unione Europea ha annunciato la possibilità di contro-dazi proporzionati, mantenendo aperto il canale diplomatico. In questo quadro, l’Italia – forte dei suoi rapporti storici con Washington – potrebbe giocare un ruolo strategico nella mediazione, evitando frammentazioni tra i Paesi membri.

Anche la Banca Centrale Europea è attesa al varco: la prossima riunione del 17 aprile potrebbe introdurre misure di allentamento monetario per sostenere la domanda interna e mitigare gli effetti della guerra commerciale.

Un’ occasione per il rilancio del ruolo professionale

Il quadro è certamente complesso e preoccupante, ma può rappresentare un’opportunità per valorizzare il ruolo strategico delle professioni tecniche nel supporto al tessuto produttivo nazionale.

È fondamentale che le politiche pubbliche, sia a livello nazionale che comunitario, coinvolgano attivamente gli ordini professionali e le reti associative, riconoscendo ai professionisti il loro ruolo di catalizzatori di sviluppo e innovazione.

In un momento in cui l’incertezza domina i mercati, la competenze, l’affidabilità e la visione sistemica dei professionisti italiani possono fare la differenza per orientare la ripresa.

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