Avvocati e intelligenza artificiale: rischi e benefici di una rivoluzione globale

L’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa sta trasformando in profondità il mondo delle professioni giuridiche. Il Consiglio degli Ordini Forensi d’Europa ha recentemente pubblicato una guida che offre un quadro dettagliato sulle potenzialità e sui pericoli di questi strumenti, fornendo agli avvocati indicazioni pratiche su come integrarli responsabilmente nella loro attività quotidiana.
Da un lato emergono opportunità straordinarie: maggiore efficienza, rapidità nelle ricerche, supporto nella redazione degli atti, capacità di analisi e sintesi di grandi quantità di informazioni. Dall’altro lato, tuttavia, si presentano rischi che non possono essere sottovalutati, in particolare quelli legati alla privacy, all’accuratezza degli output e alla responsabilità professionale dell’avvocato.
In questo scenario in evoluzione, una certezza rimane imprescindibile: l’intelligenza artificiale può assistere, ma non può sostituire il giudizio umano.

Un uso consapevole: i principi guida
Per utilizzare l’IA in modo corretto e sicuro, il professionista è chiamato a rispettare alcuni principi fondamentali. È essenziale informare il cliente ogni volta che si fa ricorso a strumenti di intelligenza artificiale, così da garantire trasparenza e consapevolezza. Gli avvocati devono conoscere a fondo i termini di servizio dei provider e comprendere come vengono trattati i dati inseriti, monitorando in modo costante la qualità e l’attendibilità degli output generati.
L’esigenza di tutela dei dati confidenziali impone di evitare l’inserimento di informazioni sensibili nei sistemi di IA, soprattutto quando non vi è certezza sulle modalità di conservazione, sull’ubicazione dei server o sui possibili riutilizzi da parte dei fornitori del servizio.
Inoltre, poiché gli algoritmi possono riprodurre bias, fraintendimenti o generare veri e propri errori (“allucinazioni”), il professionista deve vigilare con attenzione, verificare ogni informazione prodotta e mantenere sempre il controllo critico sull’intero processo.

Cos’è davvero la GenAI?
L’intelligenza artificiale generativa (GenAI) rappresenta una delle innovazioni più radicali degli ultimi anni. Si tratta di sistemi in grado di produrre contenuti completamente nuovi — testi articolati, immagini realistiche, audio e video — a partire da input formulati dall’utente.
Il loro funzionamento si basa su modelli probabilistici allenati su enormi quantità di dati, capaci di riconoscere pattern complessi e di generare risposte coerenti e contestuali.
Il Regolamento Europeo 2024/1689 inserisce questi sistemi in una classificazione per livelli di rischio inaccettabile, alto, limitato, minimo dettando principi e obblighi che diventano rilevanti per tutti i professionisti che intendono utilizzare l’IA in ambito lavorativo.

L’IA nella pratica legale: un supporto sempre più diffuso
Nella professione forense l’intelligenza artificiale si sta affermando come uno strumento di supporto quotidiano. È utilizzata per effettuare ricerche giuridiche più rapide, per sintetizzare testi complessi, per generare bozze di documenti, per predisporre atti o traduzioni, e persino per estrarre informazioni rilevanti da grandi archivi digitali.
Tuttavia, nonostante la crescente sofisticazione degli strumenti, la responsabilità dell’avvocato rimane piena e non delegabile. L’IA non è in grado di comprendere il contesto giuridico nel suo insieme, né di valutare le implicazioni etiche o deontologiche di un determinato atto. È un alleato prezioso, ma non può sostituire l’analisi, l’intuizione e la valutazione professionale dell’essere umano.
Errori da evitare: i principali rischi
1. Tutela dei dati e rischio privacy
Uno dei rischi più significativi riguarda la gestione dei dati. Le informazioni inserite nei sistemi di IA potrebbero essere elaborate o riutilizzate dal provider, archiviate su server situati all’estero o potenzialmente accessibili da terzi. Anche dati apparentemente innocui, se combinati con altri elementi, potrebbero essere ricostruiti negli output generati.
2. Affidabilità delle informazioni: il problema delle “allucinazioni”
I sistemi di IA generativa, pur essendo potenti, non sono infallibili: possono creare citazioni inesistenti, sentenze mai emesse, riferimenti normativi errati o ricostruzioni fattuali prive di fondamento. Poiché l’algoritmo non spiega come è giunto a una determinata risposta, la mancanza di trasparenza ne limita l’affidabilità.
A ciò si aggiungono ulteriori rischi, come possibili violazioni del copyright, problemi di cybersicurezza e la proliferazione di contenuti falsificati, tra cui i deepfake.
Le imprese di fronte al rischio fiscale: strumenti di prevenzione
Per le aziende, l’integrazione dell’IA apre anche riflessioni importanti in ambito fiscale. È necessario sviluppare strumenti di controllo, modelli di compliance e procedure interne che permettano di prevenire errori, omissioni o interpretazioni scorrette generate dall’uso improprio dell’IA. La formazione continua e l’adozione di protocolli chiari diventano quindi elementi essenziali per un utilizzo sicuro ed efficace.

Il Presidente di S.N.A.AVV.
Avv. Gaetano Lo Calzo

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