L’economia italiana è caratterizzata da un forte dualismo tra industria e servizi, entrambi settori strategici per la crescita e l’occupazione. Tuttavia, mentre la politica industriale è spesso al centro del dibattito economico, il settore dei servizi professionali e avanzati viene ancora sottovalutato nonostante il suo contributo fondamentale alla competitività del sistema produttivo.
Il recente rapporto di Mario Draghi sulla politica dell’Unione Europea evidenzia la necessità di un profondo rinnovamento del modello economico europeo, sottolineando l’importanza della digitalizzazione, dell’innovazione e del sostegno attivo ai settori strategici. Questo approccio deve includere non solo l’industria, ma anche i servizi professionali, che giocano un ruolo essenziale nel supporto alle imprese, nella transizione digitale ed ecologica, e nella creazione di valore aggiunto.
Come Confederazione di liberi professionisti ordinistici e non ordinistici, FISAPI ritiene fondamentale che il Governo italiano adotti una politica di sviluppo che riconosca il ruolo centrale delle professioni all’interno della strategia industriale nazionale.
Il ruolo dei servizi professionali nella politica industriale
In un’economia sempre più basata sulla conoscenza e sull’innovazione, i servizi avanzati e le libere professioni rappresentano una componente essenziale del sistema produttivo. Essi forniscono competenze e consulenze strategiche in ambiti chiave quali:
•Digitalizzazione e cybersecurity (ingegneri, informatici, esperti di dati e IA).
•Transizione ecologica e sostenibilità (consulenti ambientali, architetti, ingegneri, geologi).
•Finanza e gestione d’impresa (commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati).
•Innovazione e ricerca (esperti di brevetti, consulenti legali e tecnologici).
•Sanità e welfare (medici, psicologi, fisioterapisti).
Purtroppo, le politiche pubbliche continuano a concentrarsi quasi esclusivamente sull’industria manifatturiera, trascurando il contributo strategico che i servizi professionali apportano alla crescita del PIL e alla modernizzazione del Paese.
Le linee guida del rapporto Draghi e le implicazioni per l’Italia
Il rapporto Draghi evidenzia la necessità di ripensare il modello economico dell’UE per affrontare le sfide della globalizzazione, della transizione digitale e della concorrenza con Stati Uniti e Cina. Le principali indicazioni contenute nel documento possono avere un impatto diretto anche sui liberi professionisti italiani.
1. Investimenti strategici e riconoscimento dei servizi professionali come driver di crescita
Draghi sottolinea che lo Stato deve sostenere attivamente settori strategici. In Italia, questo significa:
•Incentivare l’accesso ai fondi pubblici per i liberi professionisti al pari delle PMI, garantendo che gli strumenti finanziari del PNRR e della politica industriale includano i professionisti.
•Promuovere la digitalizzazione dei servizi professionali, con contributi per l’adozione di tecnologie innovative (IA, cloud computing, blockchain).
•Integrare i professionisti nei piani industriali settoriali, in particolare nei comparti della transizione ecologica, digitale e della sicurezza informatica.
2. Politiche fiscali e incentivi per i liberi professionisti
La riforma delle regole fiscali europee proposta nel rapporto Draghi mira a facilitare gli investimenti produttivi. Per i professionisti italiani, questo significa:
•Estendere le agevolazioni fiscali alle spese per formazione, innovazione e trasformazione digitale.
•Ridurre la pressione fiscale sulle partite IVA e sulle piccole attività professionali, evitando un’eccessiva penalizzazione rispetto ai lavoratori dipendenti.
•Ampliare l’accesso ai finanziamenti agevolati e al credito d’imposta per l’innovazione anche per le professioni.
3. Formazione e aggiornamento professionale per sostenere la competitività
Draghi sottolinea che il ritardo europeo rispetto a USA e Cina è in gran parte dovuto a una carenza di competenze. In Italia, i liberi professionisti sono spesso costretti ad aggiornarsi a proprie spese, senza un vero sostegno pubblico. Le nostre proposte al Governo includono:
•Credito d’imposta per la formazione continua in ambiti strategici (IA, green economy, cybersecurity, finanza innovativa).
•Maggiore collaborazione tra Università e Ordini professionali per sviluppare percorsi formativi mirati.
•Voucher per la formazione digitale dei liberi professionisti, soprattutto nei settori ad alta innovazione.
4. Semplificazione burocratica e riforma delle norme professionali
Uno dei maggiori ostacoli alla competitività dei professionisti italiani è l’eccessiva burocrazia. È fondamentale:
•Semplificare gli adempimenti amministrativi e fiscali per le partite IVA e le società tra professionisti.
•Garantire equità nell’accesso ai fondi pubblici, superando le discriminazioni tra PMI e professionisti.
•Riformare le regole sulla previdenza professionale, permettendo maggiore flessibilità nei contributi.
Le proposte di FISAPI al Governo italiano
Come Confederazione, riteniamo che sia urgente un cambio di approccio da parte del Governo, affinché anche i professionisti vengano riconosciuti come parte integrante della politica industriale nazionale. Le nostre proposte includono:
1.Creazione di un Piano Nazionale per i Servizi Professionali, con incentivi specifici per digitalizzazione, innovazione e sostenibilità.
2.Estensione degli strumenti di politica industriale ai liberi professionisti, equiparandoli alle PMI nell’accesso ai finanziamenti e alle agevolazioni fiscali.
3.Sostegno alla formazione e aggiornamento professionale, con voucher e crediti d’imposta per l’acquisizione di competenze digitali e tecnologiche.
4.Semplificazione fiscale e burocratica, riducendo il peso degli adempimenti amministrativi per le partite IVA.
5.Riconoscimento del ruolo strategico dei professionisti nella transizione ecologica e digitale, con incentivi per le consulenze specialistiche alle imprese.
Il rapporto Draghi offre spunti fondamentali per ripensare la politica industriale europea e italiana. Tuttavia, per garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile, è necessario includere anche il settore dei servizi avanzati e delle libere professioni.
FISAPI chiede quindi al Governo di adottare una strategia che riconosca il ruolo chiave dei professionisti e garantisca loro accesso agli strumenti di crescita, formazione e innovazione al pari delle imprese industriali. Solo così l’Italia potrà affrontare le sfide del futuro con un sistema economico moderno, competitivo e inclusivo.
Avv. Carmelo Bifano