La figura dell’archeologo in Italia sta vivendo una significativa trasformazione, emergendo come un professionista versatile e sempre più richiesto in settori inaspettati. Lungi dall’essere confinati agli scavi e alla ricerca accademica, gli archeologi stanno ridefinendo il loro ruolo nella società moderna, diventando attori chiave nel turismo culturale e nello sviluppo sostenibile del territorio.Nuove frontiere professionali
Le competenze degli archeologi trovano oggi applicazione in ambiti diversificati:
1. Valorizzazione del territorio:
Gli archeologi sono coinvolti in progetti di promozione e sviluppo territoriale, integrando la conservazione del patrimonio con le esigenze di crescita economica.
2. Comunicazione culturale:
Musei e istituzioni culturali richiedono la loro expertise per migliorare l’engagement del pubblico, rendendo la storia accessibile e coinvolgente.
3. Pianificazione urbanistica:
Gli enti locali si affidano agli archeologi per aggiornare e rivedere i piani urbanistici, garantendo uno sviluppo che rispetti e valorizzi il patrimonio storico.
4. Commissioni del paesaggio:
La presenza di archeologi in queste commissioni assicura una prospettiva storica nella gestione del territorio.
5. Progetti infrastrutturali del PNRR:
Con l’aumento dei cantieri finanziati dai fondi europei, gli archeologi sono coinvolti in tutte le fasi, dalla progettazione all’esecuzione.
Marcella Giorgio, neopresidente dell’Associazione nazionale archeologi (Ana), sottolinea: “Il nostro coinvolgimento dall’inizio dei progetti diminuisce il rischio di fermare i cantieri e, anzi, possiamo trovare soluzioni decisive per portare a termine i lavori senza interruzioni”.
Il ruolo chiave nel turismo culturale
Un aspetto fondamentale dell’evoluzione professionale degli archeologi è il loro ruolo cruciale nel settore del turismo culturale:
1. Valorizzazione dei siti archeologici: Gli archeologi rendono i siti antichi accessibili e comprensibili al pubblico, progettando percorsi di visita e creando materiale informativo coinvolgente.
2. Narrazione del patrimonio: Attraverso le loro competenze, gli archeologi “fanno parlare” i reperti e i siti antichi, creando narrazioni che arricchiscono l’esperienza turistica.
3. Sviluppo di itinerari culturali: Collaborando con operatori turistici e enti locali, contribuiscono alla creazione di itinerari tematici che promuovono un turismo sostenibile e diffuso.
4. Consulenza per il turismo sostenibile: La loro conoscenza del territorio e della sua storia permette di sviluppare forme di turismo rispettose dell’ambiente e del patrimonio culturale.
5. Formazione delle guide turistiche: Gli archeologi sono spesso coinvolti nella formazione delle guide, garantendo l’accuratezza delle informazioni trasmesse ai visitatori.
Un decennio di crescita
A dieci anni dal primo riconoscimento normativo del ruolo di archeologo (legge 110 del 2014), la professione mostra segni di miglioramento significativi:
– Regolamentazione: La quasi totale eliminazione del lavoro non qualificato nel settore.
– Prospettive economiche: Un netto miglioramento dei redditi. Se nel 2011 solo il 12% dichiarava un fatturato di 15-24mila euro l’anno, oggi quasi la metà (48%) si attesta sui 18-24mila euro annui, con alcuni esperti che raggiungono i 4mila euro mensili.
– Composizione demografica: La professione è prevalentemente femminile (65%) e si svolge principalmente nel settore privato (75%).
Quadro normativo e sfide future
Il miglioramento delle condizioni lavorative è stato supportato da un’evoluzione del quadro normativo:
– La legge 110/2014 e i successivi decreti attuativi hanno definito tre fasce professionali basate sulla formazione.
– La professione è regolata dalla legge 4/2013, ma l’Ana chiede l’istituzione di un Ordine professionale per combattere definitivamente l’abusivismo e offrire maggiore protezione alla categoria.
Restano alcune sfide da affrontare:
1. Compensi: Soprattutto per i giovani professionisti, i compensi rimangono bassi.
2. Equo compenso: L’Ana sollecita l’accelerazione nella definizione dei parametri dell’equo compenso per le professioni non ordinistiche.
Conclusioni
L’evoluzione della professione archeologica in Italia dimostra come competenze tradizionalmente associate allo studio del passato possano trovare applicazioni innovative e cruciali per lo sviluppo sostenibile del territorio e per il settore del turismo culturale. Gli archeologi stanno emergendo come figure centrali non solo nella conservazione del patrimonio, ma anche nella sua valorizzazione e nella promozione di uno sviluppo economico sostenibile.
Mentre la professione continua a crescere e ad adattarsi alle nuove esigenze del mercato, resta fondamentale affrontare le sfide rimanenti, in particolare quelle legate alla regolamentazione e alla remunerazione equa. Solo così si potrà garantire che questa antica professione continui a prosperare nel mondo moderno, contribuendo in modo significativo alla crescita culturale ed economica del paese.
Gli archeologi, un tempo visti come studiosi del passato, si stanno affermando come veri e propri architetti del futuro, capaci di costruire ponti tra la storia e lo sviluppo sostenibile, tra la conservazione e l’innovazione. In questo ruolo rinnovato, gli archeologi non solo preservano la nostra eredità culturale, ma la rendono viva e rilevante per le generazioni presenti e future, guidando l’Italia verso un futuro che valorizza il suo straordinario patrimonio storico come risorsa per lo sviluppo e il benessere collettivo.